venerdì 6 dicembre 2019

La reine est morte, vive la reine!

Il piatto si infrange contro la credenza alla destra della testa del Mistico Dannis mentre lei continua ad urlargli, urlargli e urlargli ancora che è un bugiardo, un traditore, che non gli importa nulla. Non capisce quello che lui le sta dicendo, sbraitando, è livido in faccia e arrabbiato così non l'ha mai visto mostroputtanastrega! arriva e quando la prende per le spalle lei gli da uno schiaffo e lo spintona forte per allontanarlo e non le basta quindi gli tempesta il petto di pugni, quando si va a chiudere furiosa nello sgabuzzino, lui prima fa il matto da i calci alla porta e sbatte i pugni, poi si fa piccolo piccolo e implora, esci fuori Effie, non sono arrabbiato, aprimi, apri questa porta avanti, facciamo pace. Lo sente sospirare, sente lo scricchiolio della fronte che si appoggia sulla porta, forse si è arreso.
Poi ricomincia.

"Esci subito da lì o questa porta di merda la sfondo. "
"Hai capito? "
"Non abbiamo ancora finito di parlare. Non fare la bambina. "
"Non puoi chiuderti lì dentro per sempre, dovrai uscire prima o poi. "


Non è come dovrebbe andare e si copre gli occhi, si tira i capelli, si tappa le orecchie quando sente urlato il suo nome mille volte, forte sempre più forte, e la porta viene scossa e sbattuta mille volte, forte sempre più forte, fino a che non piomba un silenzio di tomba. 
Più tardi, sconvolta dai baci e dalle lacrime, gli passa le mani tra i ricci e gli giura che no, non lo lascerà mai. Il Mistico Aharon le risponde comprensivo e ridendo, non è mai stato così buono perchè il loro amore può tutto, il loro amore è come un dio, il loro amore è il satellite che ha sterminato i dinosauri. Il loro amore E' Dio. 


"Staremo sempre insieme, non mi lascerai mai più come hai fatto. Ho dato un pugno al muro!"
"Io soffrivo e tu mi hai abbandonato. Guarda cosa mi hai fatto fare!"
"E dove tu scapperai, io ti troverò."
"Perchè sei morta."

Quando si accorge che quello è un abbraccio rigido come un cadavere e rialza lo sguardo per guardare negli occhi il suo aguzzino, vede denti aguzzi e fauci da sciacallo, occhi gialli da predatore che la fissano e una risata sguaiata, volgare, mentre le urla che la trascinerà all'inferno con lui e ce la terrà vicino, Khert-Neter mantiene sempre le sue promesse, non c'è nessuno per salvarla, le strapperà il cuore palpitante dal petto. La giudicherà pesando un cuore e una piuma e lei no, non ha vissuto con la leggerezza di una piuma.



"Bambina mia. Svegliati."

C'è qualcosa di inquietante nella regina, e non sono le zampe da ragno nè la corona d'osso, nè la spada sporca di sangue dei suoi nemici. Non è il suo sguardo, nè il modo in cui parla.

"Mi riconosci?"

Non c'è bisogno che parli. Non si è mai sentita così compresa, e così al sicuro come ora. Non c'è alcuno, nell'universo, che sia stato mai simile a lei come lo è ora la Regina.
I am thou, and thou art I.

"Riconosci quello che ti hanno fatto?"

Non c'è prima e non c'è dopo, e non c'è modo di andare avanti nè di andare indietro. E' prigioniera. E quando torna a guardare gli occhi della regina, capisce. 
Cosa è successo.
E cosa deve fare.
I am thou, and thou art I.

" Le regine muoiono, il loro sangue viene versato, ma le loro anime indomite permettono loro di sopravvivere all'assalto degli eoni. La morte non ha spezzato la tua corona, Iphigenia Clark, la morte non è l'ultimo capitolo della tua storia. Ed ivi noi decidiamo che la parola fine venga cancellata dal tuo libro della vita: Sorgi, mia bambina, sorgi per combattere come Boudicca, sorgi per comandare come Elisabetta, sorgi per amare come Cleopatra, perché così abbiamo parlato. "

Con un bacio sulle labbra la Regina sugella il patto.

  I AM thou, and thou art I.

lunedì 2 dicembre 2019

La sedia pt.2

" Non ti lascerò mai più tutta sola, in quel posto buio. "

Quando la vengono a trascinare via dalla sedia, capisce che sta per succedere qualcosa di brutto e lotta come può, scalcia e urla come un animale selvatico, Philip ha ordinato ai suoi di non toccarla in faccia ma quando lui non c'è lo fanno comunque e lei fa quello che sa fare meglio, morde - robbed of all other options, go feral- morde forte fino a sentire il sapore del sangue e della carne e non importa se si prende uno sganassone, poi in faccia non la toccano più.
Non trattiene nulla, nemmeno un solo urlo quando le spaccano le costole a calci e pugni e coi bastoni, prega e piange quando le rovesciano l'acqua nei polmoni, guarda Philip dritto in faccia e prima gliene dice di tutti i colori e poi implora, ma lui ha gli occhi gelidi e ordina solo 'ancora', seiuncaneuninfamegoditiquellochemistaifacendotelelafaremo pagare 'ancora fino a che non ci dice quello che vogliamo sapere.'

"I nomi dei tuoi compagni."

Ti potrei parlare dei miei compagni (se non sai il vero nome di qualcosa non hai alcun potere su di essa), brutto schifoso, ti verranno a prendere e ti faranno una festa che non scorderai misalveranno, sono tanti e sono più di voi, sono pronti a combattere ancora e ancora e ancora vipregosalvatemi e a vincere questa guerra, se credi di avere la vittoria in pugno perchè ne hai presa una - non è la risposta che voleva sentire. Non è Philip Rogers a spegnerle una sigaretta sul braccio è uno dei suoi scagnozzi, ma oramai lei vede solo lui nel volto di tutti i suoi nemici aguzzini, al posto di quei passamontagna tutti uguali che ha imparato a disprezzare così tanto.
Altrove, all'inizio solo con la coda dell'occhio con la visione periferica, poi quando si distrae, quando passa troppo tempo a fissare la fioca luce al neon che è il suo giorno e alla sua notte, legata alla sedia o appesa al soffitto, vede altri. Vede tutti gli altri. Vede Calcipher Austin e Khimeya Chloe abbracciati su una sedia troppo grande per uno solo, si confidano i segreti dei ragazzi, piangono per lei? Vede Bvrnout Steffen (sei troppo carina per fare il vigilante per morire) e le sue ridicole missioni sotto copertura. Vede Narcis Iago e il suo amore (lasciami morire per primo o morirò due volte). Vede Warden Hector che canta perchè non si dimentichi di lui. Vede Retribution Martin a cui offre una sigaretta sulle barricate (once a soldier, always a soldier).
Vede Elisyium Ross suo padre, che la veste di tutti i suoi gadget come se fosse una sposa, che le insegna come si mette la sicura e più importante, come si toglie.
Potrei parlarti di loro.
Ma non capiresti.

"Qual è il vostro piano."

" Devi capire, Iphigenia, non ha senso che i Night Soldier si scaglino tanto con la Human Brotherhood. "
Questo lo dice spaparanzato tranquillo con le gambe sul tavolo e non l'ha mai odiato più di adesso, non l'ha mai visto così cattivo, crudele, spregevole. Glielo urla in faccia fino a sgolarsi fino a che il colpo di una mazza da baseball non la colpisce alla bocca dello stomaco, di nuovo, e rimane a biascicare che non capisce nulla, (una che di storie ne potrebbe raccontare dal ringraziamento fino a Pasqua!) non sa nulla, e gli legge il gelo negli occhi quando le risponde.
Randy (Se non la ricordi significa che non era importante)le chiede se piangerebbe, se morisse; si tirerebbe una sega, a vederla piangere per lui... 
"No, sei tu che non capisci. "
Quando le viene vicino non riesce a fare a meno di tremare come una foglia come una piscialletto (non sono una piscialletto Logan, tu hai un cuore grande ed è sempre aperto, perchè non sei un mostro, ma lo spazio non è infinito: le persone ci entrano, le persone ci escono), gli ha chiesto di morire in piedi ma le cedono le gambe ma non perde la voglia di scannarlo come una bestia e piano piano i suoi uggiolii ritornano latrati di sfida, rabbiosi ringhianti e sbavanti (sei la mia Musa...), perchè la prima cosa che ha perso è stata la dignità. Dannis la giudica ed è scuro e cattivo mostroputtanastrega, ho bisogno di te, tu mi capisci.
"Sei una ragazzina più coraggiosa di quanto potessi immaginare e te ne do atto. Ma hai fatto degli errori e non solo strategici e per questo sei qui, e da qui non uscirai viva. I Night Soldier non sarebbero mai dovuti essere nostri nemici: in fondo, noi siamo patrioti. Prendi Red Face (quando indossi questa maschera, novellino, tu sei la giustizia e loro devono saperlo), per esempio. No, non pretendo che tu sappia chi sia..."
Non lo sente più. Vede solo Duke, che non la bacia prima che il mondo finisca lo hai ucciso tu brutto figlio di puttana! Lo hai ucciso me lo hai ammazzato! ma che è ancora lì per tendere la mano mi fai l'onore di questo ballo? Sta urlando, scalciando, facendo l'animale come meglio può e ne pagherà lo scotto con altre botte. Forse sta tentando di farsi uccidere qui ed ora. Devi solo avere fede le dice Hyena Jedediah che la guarda con l'orbita vuota. Forse per farlo smettere di parlare. Per far smettere tutto questo.
Non fede. Coraggio.

"Chi è il leader dei Night Soldier."

Chiede in pegno un bacio a John Blackwood e lui le posa le labbra sulla guancia. 
Vede lo sguardo deluso di Mark Willson (nella sua vita sei sempre stata presente, ma come un fantasma) tutte le volte che gli ha spezzato il cuore, lui lo sa chi è lei, lo ha sempre saputo. Vede lo sguardo di Galen che si tormenta e spera davvero che ora sia forte, che sia forte anche per lei be brave SALVAMI! be brave perchè quando lui scompare, appare James.
E' stanca di sentire le carognate di Philip Rogers ancora più delle botte e delle angherie e appena vede qualsiasi di loro inizia ad urlare fino a sgolarsi, fino a svuotarsi i polmoni, fino a che non viene di nuovo lasciata sola con i suoi preziosi fantasmi. 
Il senno lo perde presto, prima di quanto immaginasse.
Lo perde sgolandosi in una risata e in un pianto disperato, urlandogli che sono io, sono io il leader dei Night Soldier! Non esiste nessun complotto, nessun inganno, nessun trucchetto, ce l'hai davanti!
La risposta non gli piace.
" Dopo tutto questo, ancora mi prendi in giro, Iphigenia? "
Lei ricomincia a piangere e implora una pallottola tra gli occhi mentre il fantasma di James svanisce prima che lei gli abbia potuto dichiarare per l'infinitesima volta (troppo tardi, troppo tardi, 'idem') tutto il suo amore. 
" L'hai voluto tu, Iphigenia. Mi costringi. "
Svaniscono tutti gli altri. Rimane Philip Rogers. E lei, tutta sola, sulla sua sedia. (basta ed avanza, è grande- come un letto - come un abito succinto - come una squadra.)
" Andate a prendere l'acqua. "
Chrome le ha detto che la vorrebbe in squadra. Chrome le ha detto che si fida di lei. Chrome le ha detto che ha agito con coscienza, e con pietà. Chrome le  ha detto che è orgoglioso. Chrome le ha detto che potrà sempre contare su di lui. 
Chrome le ha detto che mai e poi mai la lascerà, tutta sola, in quel posto buio in cui annega.



"Bambina mia."
"Svegliati."

giovedì 28 novembre 2019

Derry, Maine, 2021

Ben è stato vessato dai bulli per la maggior parte delle scuole medie inferiori e puoi dirti che è perchè accende le candele con la forza del pensiero, perchè è bravo in letteratura e gli piace la poesia o perchè viene chiamato Cicciobomba dalla prima elementare, ma la verità è che Derry non è Washington e non è nemmeno Portland, da Derry la gente prova ad andarsene appena fatti i diciotto anni a meno che non ti sia 'cacciata nei guai con un qualche ragazzetto'.
Nonostante conosca il tormento da tutta una vita, Ben fa ridere Iphigenia che ha quattordici anni e che a scuola già non ci va più - le hanno detto che col lavoro di Dominic sarebbe difficile, dovrebbe cambiare di continuo e sarebbe sempre la nuova arrivata, ma la verità è che dai genitori quando pensavano che stesse dormendo ha sentito che anche se i dottori hanno detto che non ha nullla che non vada lei è una bambina lenta che non fa progressi e sarebbe davvero un patimento per tutti.
Più di tutto, scopre Iphigenia in un prato pieno di fiori di campo rosso di papaveri all'inizio dell'estate, con le scuole che non sono ancora finite, Ben bacia davvero bene.

Quando torna a casa ha un sorriso stampato sulle guance rossissime ed è il sorriso di chi non vuole mantenere a lungo il suo segreto, sa già tutte le parole. Alle sorelle non interessa lei punta il giardino sul retro dove sua madre coltiva le ortensie; sua madre odia Derry ma lavorare a quella siepe ogni mattina la fa cantare contenta. Derry è una cosa di Dominic, e come tutte le cose di Dominic lei la sopporta a malapena, Candance e Britney sono grandi e vanno in vacanza coi loro amici e Rebecca è sempre rimasta a Washington con le sue, ma stavolta li ha seguiti fino alla casa dove Dominic è cresciuto, coi nonni e Philip e un cane vecchio come il mondo che quando arriva il postino riesce solo ad abbaiare un latrato di avvertimento, 'Argo si chiama', spiega papà ridendo 'come il cane di Ulisse, lo aspetta fedele a casa per venti anni'.
Ma nel giardino sul retro la madre non c'è e quando la chiama non risponde, le viene l'idea di cercarla nel capanno degli attrezzi e le sembra una buona idea, starà riponendo le cesoie o scegliendo i semi migliori.
"Mamma...?"
Il capanno degli attrezzi è buio e deve scendere qualche gradino come nei film dell'orrore, toccando a tentoni la parete per non cadere; una volta ha visto un'ombra che si muoveva, in una sera d'estate in cui il temporale aveva portato presto il buio, e da allora ha preferito non entrarci a meno che non fosse proprio necessario. Il motivo se l'è scordato ma è rimasto quel sottile senso d'inquietudine che 
mamma arriva subito amore
si concretizza in un brivido gelido quando sente un'altra voce a fare da controcanto a quella di sua madre, arrabbiata come non l'ha mai sentita da quando ha iniziato prendere vino e Xanax tutte le sere.
" Me lo avevi promesso. "
" E' mio marito, non è che abbia qualche scelta, ma tu cosa pretendi?!"
Mentre Iphigenia scende quieta ma più temeraria di cui non sia mai stata i gradini, riesce a sbirciare le sagome di sua madre e Philip vicini, terribilmente vicini. Philip Rogers (l'uomo che in futuro la ucciderà) le prende i polsi e la bacia con passione, e lei ricambia, e Iphigenia prova solo un enorme disgusto. Quando Ben le ha descritto una scena dell'Amante di Lady Chatterly - a quei tempi tutto sembrava così scandaloso, le ha detto, che solo una scena di bacio poteva essere considerata decisamente erotica, e pensa a Madame Bovary...- lei aveva riso ma ora non c'è niente da ridere, niente di divertente, ma continua a guardare con occhi offesi fino a che qualcosa, forse la porta che sbatte, forse un cambiamento nell'aria, forse la rabbia e il rancore non li fa voltare entrambi, sconvolti dai baci e la colpevolezza negli occhi e nel cuore, impotenti mentre lei fugge con la suola di gomma delle scarpe da tennis che scricchiola sul legno lucido delle scale.

" Guarda che l'ho visto. "
Anche solo l'allusione ha il potere di far sobbalzare Iphigenia che era impegnatissima a guardarsi i lacci slacciati delle scarpe sulla panchina a dondolo sul patio; Dominic Clark sa di sigarette e di dopobarba ma anche di buono e ha un sorriso complice e molto più giovane dei suoi cinquantanni quando, abbandonandosi accanto a lei, indossa la camicia pure a giugno ma i jeans scoloriti come un ragazzino. 
" Col padre di Ben Turner ci avevo costruito una diga a dodici anni, al fiume. Un vero club dei perdenti... "
Iphigenia lo guarda come fosse la prima volta che lo vede.
" E' un bravo ragazzino. Sembra un bravo ragazzino."
" Non sei arrabbiato? "
" Iphigenia... "
I padri si arrabbiano per queste cose, mettono il muso, battono i piedi, fanno i bambini. I padri possiedono le figlie fino all'altare e per sempre, ma Dominic Clark non è un padre come gli altri, è un bugiardo e un ladro e un politico pieno d'odio e nessuno sa che ha un figlio segreto che piangerà sulla sua bara vuota, ma è un buon padre.
" Sarai sempre la mia bambina. "

'Ho scelto io il tuo nome', confessa l'ennesimo segreto 'tua madre ha scelto per Candace e Britney e sono nomi americani come sono americane loro ma io ho scelto il tuo ed è per questo che ti chiama sempre Ginny, ma tu sei Iphigenia, la figlia prediletta di un re guerriero greco, così amata che gli dei la pretendono in sacrificio per concedergli la vittoria in guerra, la mia preziosa Iphigenia'.

lunedì 25 novembre 2019

Iphigenia

Occhi-da-sirena
Ef
Ladra di Ankh
Ragazzina!
Ofelia
Princess
Genie
Howl
Kiddo
MostroPuttanaStrega
Bambina
Darlìn
Maschera
Lùv
If
L'Oasi del Deserto
Sensei
Hecate
Babygirl
Cherie
Leader
You are my sunshine...
Eff
Bambi
Effie-chan
Ehi, piccola
Ginny
Nipotina
Recluta
MOSTRO
Bimba
Echo
Musa
D.'s Little Monster
Novellino
Pretty Killer Queen
B o s s
Cucciola, tira fuori le unghie
Sorellina
Pixie
Vice
Love

Effie

giovedì 21 novembre 2019

Antares

- Ehi, ben svegliato.

In un primo momento ignora la voce. Il braccio pulsa e fa male da impazzire ed è drammaticamente raro che Iphigenia si svegli con qualcosa che fa male. Il mezzo su cui si trova è in movimento, il rollio è quasi confortante, ricorda quando si addormentava in macchina sui genitori, sul sedile posteriore. Inizia a respirare più affannosamente quando inizia a capire. Ha le mani legate. Le gambe no ma è debole, come una ragazzina di ventun anni (ha fatto da poco il compleanno, ventidue, ora mi sento meno in colpa a pensare di scoparti) che mangia quasi nulla e dorme cinque ore ogni trenta, senza la fottuta superforza e la maledetta immortalità. Il suono che emette ogni volta che respira - perchè non respiro bene? Ah, è un buco in pancia... il bossolo è fuori, non lo sento dentro - le dimostra che ha ancora lo scrambler addosso. E la maschera. Non mi hanno ancora smascherata. E' ancora in tempo. Sono ancora in tempo.
Ma c'è qualcosa di più opprimente.

- Le lenti a contatto.
Sbatte le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco quello che la circonda, chi le sta parlando. Dove si trova. Furgone. Ci sono dei finestrini? Chi le sta parlando non è quello che guida. Non mi hanno riconosciuto. La partita è ancora aperta.
- Mi danno fastidio.
Riesce a riconoscere la persona con lei sul retro del furgone. Non è una persona è un'armatura senza cuore e senz'anima, è un nemico.
- Mi spiace, dovrai tollerare.
" Non lo sai che la dolce Effie rigenera? "
- Ti sentirai uno schifo ora.
Ma che cazzo vuoi? Lasciami in pace.
- Puoi dirlo forte.
DIOtipregofallostarezittozittozittozitto.
- Avresti potuto evitare tutto questo, lo sai sì?
Dì un'altra parola e ti ammazzo, stronzo.
- Sì, vincendo.
Un verso divertito, reso metallico dallo scrambler, significa che forse ride e che cazzo ti ridi, stronzo. Lo rivede mentre si allontana con Rage ferito nel furgone, lei poteva finirlo - poteva finirli entrambi- ma era impegnata a proteggere Jorg come un cane da guardia, come il cane che sa di essere. 'Ci vediamo', ha detto: e lo odia da allora.
- Giusto, del resto meglio combattere e tentare di perdere piuttosto che non farlo affatto.
Sembra quasi una gentile concessione e Echo sembra ringhiare, con i denti della maschera da bestia protesi e snudati, quando le si accuccia davanti. Non toccarmi. Non osare toccarmi, stronzo! 
- Comunque non so se ci siamo mai incontrati, ma credo di no, io sono Antares.
Antares. Lo so chi sei. Antares se lo ricorda mentre strappa un tentacolo a Jorg, mentre lo colpisce e per un attimo ci crede davvero che è morto, che gliel'hanno ammazzato, che lei non può avere niente di bello perchè rovina sempre tutto Che cazzo ti presenti a fare?! Jorg l'ha dipinta nuda come una dea greca, bella come una Nike vittoriosa e ora è lì abbandonata a terra, sconfitta. Lo conosce, Antares. SEI UN FIGLIO DI PUTTANA ECCO COSA SEI! Ti odio, vaffanculo, TI ODIO! 
- Sei pronto?
Pronto a spaccarti la faccia a ficcarti gli artigli negli occhi ad azzannarti la gola 
- Pronto a cosa.
Ti ammazzo ti ammazzo TI AMMAZZO
- A diventare un messaggio. O un martire. Immagino che dipenda dai punti di vista.
Lo ha sempre saputo Iphigenia. Lo ha saputo quando Martin le ha messo in mano la sua prima maschera e quando Ross suo padre le ha messo in mano la sua prima pistola, insegnandole come si mette la sicura e, più importante, come si toglie. Lo ha sempre saputo ed è sempre stata pronta.
- Pronto a morire.

Eppure, quando la macchina si ferma "Ianah, ci sono problemi?", quando capisce cosa sa succedendo, ci spera davvero. Ci spera fino all'ultimo mentre sente le grida "PIUTTOSTO LO AMMAZZO CON LE MIE MANI", i rumori del combattimento, gli spari, si dibatte, con le ultime forze strilla anche lei.
Spera di potersi salvare per il rotto della cuffia, come suo solito: un rituale che le salva la vita, i suoi amici a sorriderle, "chi sa quando ti metterai ancora nei guai,eh" scherza Jenny sorridendo, John Blackwood che si china cieco su di lei urlando il suo nome, Galen Grace, la sua rete di sicurezza, che la porta in salvo per l'ennesima volta.
James Ross che si lancia da un ponte per venirla a prendere.

Ci spera fino all'ultimo mentre si abbandona, sfinita, e sente solo la portiera che si apre di nuovo, ci spera quando si chiude, lo spera così forte che ci crede davvero. E si può abbandonare al rollio rassicurante dell'auto in movimento, come quando era piccola stesa sul sedile posteriore dell'auto dei suoi genitori.

domenica 10 novembre 2019

Rosita

"Tu hai un dono, Iphigenia."

Pensa al volto paffuto - paffuto, era proprio paffuto- di Rosita ogni giorno anche se non ha più foto di lei, da qualche giorno è la prima cosa a cui pensa quando si sveglia e quando va a dormire. Non pensare a loro, le ha detto Jed quando non sapeva cosa dire davanti alla telecamera - LEI, che non sa cosa dire- pensa a Rage, pensa a Philip Rogers e pensa a quello che ha fatto. Ma quando il momento, non è a Rage che pensa: ma al volto di Rosita, era paffutello e sorridente e non aveva mai avuto paura in vita sua, neanche quando il Cartello l'aveva presa in ostaggio coi suoi genitori. Chissà se hai avuto paura. Chiederle mille volte scusa sulla tomba non serve a niente, non serve a niente piangere, non servono le corone di fiori profumati io odio i crisantemi. Non serve niente  nemmeno dichiarare guerra. Ripensa al volto di Rosita quando Jorg la consola, non sei un mostro, lo sa lei che è un ragazzino ferito come lei ma vorrebbe che non fosse così freddo perchè c'ha il gelo che le entra nelle ossa e un po' lo odia mentre lui la consola sei la mia musa le sussurra languido, un po' lo odia mentre lo bacia, potevo finirlo: non fosse stato per te, potevo finirlo. Ed evitare tutto questo. Non ti dare pena per la tua strabordante umanità. Vicino al volto di Rosita vede quello di mille altri bambini come lei e come Jane, non ha nemmeno il coraggio di andarla a trovare all'ospedale, vede quello di Duke, non so nemmeno se c'è stato un funerale, vede quello di (a me piacciono i papaveri) Robert, dovremo aspettare Maggio, devi avere pazienza, vede quello di Randy, sei tornato da me solo perchè sono destinata a perderti, vede ancora quello di Austin, sono tutte corone di fiori, crisantemi colorati e profumatissimi.


Come hai potuto?
C'è davvero differenza tra fracassare il cranio di qualcuno e premere il grilletto, lasciando che la polvere da sparo faccia il suo sporco lavoro? Quasi trenta anime pesano sulla tua coscienza e chissà quanti ne hai lasciati sull'asfalto ad agonizzare nel sangue che fa male, ti prego mamma aiutami, fa tanto male, gridano come agnelli. Erano lì perchè credevano fosse la cosa giusta, e credevano di essere al sicuro. Come agnelli al macello.
Ti senti in colpa?
Scommetto che dirsi allo specchio, ogni giorno, ho fatto la cosa giusta inizia a non bastare più. Ma lo è, la cosa giusta: è quello che ti sei sempre ripetuto anche se prendere sonno la notte è sempre più difficile, ma è quello che hai sempre fatto, quello per cui hai rinunciato a tutto. Fare un passo indietro significa rinnegare e l'abiura non è contemplata per questo trono, rinnegare te stesso anche se la faccia che ti guarda dallo specchio la odi, non è più la tua, è quella di un mostro.
Ti è piaciuto?
Allora mostro lo diventi un po' di più, un po' più a lungo della volta precedente, ti ci hanno chiamato così tante volte che inizia ad avere un senso, inizia ad avere un sapore, tutto il resto lo perde. MostroPuttanaStrega. Il cibo sa di sabbia, l'acqua sa di sabbia, il sesso sa di sabbia - quella del Deserto, che oramai ritrovi solo nei tuoi sogni e quando ti chiudi in quella realtà virtuale in cui ammazzi i tuoi compagni amici ma puoi anche piangere tanto non ti vede nessuno. Poi torni a combattere, premi il grilletto, fracassa il cranio e dilaniagli il cuore con gli artigli, quasi trenta anime ti pesano sulla coscienza e non ti puoi fermare. Perchè se non è la cosa giusta, è l'unica cosa che puoi fare.

"Hai familiarità con il dolore."

lunedì 4 novembre 2019

La sedia

Non c'è momento in cui abbia amato Austin più di questo; sono seduti sulla stessa sedia all'Hive e lui le passa le dita tra i capelli mentre le dice che c'ha ragione, non è giusto, d'accordo che ha sbagliato ma non doveva umiliarla così di fronte a tutta la squadra, che farle pulire  cessi è stata una bastardata ma tanto la aiuta lui e lo farà sicuramente anche Galen Revenant e sicuramente, sta a vedere, è perchè ce l'ha ancora con Elysium suo padre e mille altre cattiverie che non la fanno sentire meno inadatta ma almeno le fanno masticare via il rancore e ingoiare tutta l'umiliazione. Hanno le gambe intreccate tra di loro e la sedia è abbastanza grande per accoglierli entrambi, e in questo momento, in questa base fredda che sembra aliena, hanno solo l'un l'altro. Niente resta uguale e non sarà sempre così, ma ora, sulla stessa sedia, non c'è momento in cui lo abbia amato di più.

"Insomma devo venire lì?"
"Ma ti pare, che stai dicendo."
"Ef..."
La voce al telefono sospira ma è un sospiro paziente, di chi sa perfettamente chi si trova dall'altra parte del telefono a chissà quanto di distanza, a quanti mesi di distanza, dopo silenzi interrotti da telefonate ad orari assurdi, ma va tutto bene, perchè non hanno mai smesso di volersi bene.
"Senti, mi passi Will? Con lui si può parlare."
"Vorrei solo farti capire...!"
"Cosa c'è. Cosa vuoi. Ti ho detto che va tutto bene, non rompere, ti ho fatto un'altra domanda."
E si deve essere pazienti.
"Eff, hai sentito Caleb, di recente? O Jenny."
Forse si aspetta che lei si arrabbi. Forse un po' lo vuole.
"Come cazzo te ne esci così?"
"Forse ti potresti far dare una mano."
"Pensi che sia sola?"
"... Non ho detto questo."
Non l'ha detto ma lo pensa sul serio, per un attimo, perchè non tutti hanno la sua stessa pazienza e loro sono così lontani - ma non sono mai andati avanti. Lei inspira, a lungo, e per un istante deve capitombolare al silenzio denso, che di solito, in chiamate come quella, è preludio di una litigata furibonda, di urla e minacce e preghiere e forse anche lacrime, di una rabbia insensata e distruttiva che non è riuscita a sfilacciare i bordi sfibrati del loro amore nemmeno una volta.
"Non sono sola, Jake. Dico sul serio."
Quando torna a parlare però non serve così tanta pazienza e di questo se ne stupisce.
"Andrà tutto bene. Davvero. Alla fine..."
"Ti va sempre tutto bene."
Lui ridacchia, forse per la tempesta scampata, forse perchè, per l'ennesima volta, fa finta di crederci.
Con tutta la pazienza del mondo.

Le serie della base sono tutte troppo grandi per una persona sola per questo si arrampica su quella dell'amica per leggere quei messaggi insieme a lei come se fossero due adolescenti che si fanno le confessioni sulle loro pene d'amore, le gambe e le braccia intrecciate e indissolubili, tempia su tempia, la lista dei ragazzi da scoparsi e quelli da sposare diventa la lista di quelli di cui potersi fidare e chi no, e la prima, un nome sbarrato dopo l'altro e troppo pochi se ne aggiungono, si assottiglia sempre di più. E se l'amica è preoccupata lei la rassicura, andrà tutto bene, lei ha un piano, ma Chloe rilegge ancora le minacce scritte sul display e non riesce a credere alle sue rassicurazioni, non a tutte tutte, ma sorride comunque, perchè si fida di lei.
Perchè una sedia basta ed avanza, è grande il giusto per entrambe - come un letto - come un abito succinto - come una squadra.

lunedì 28 ottobre 2019

Tutto o niente

Allora voi isolate laggiù questa delicata cerbiatta,
e colpitela nel segno con la forza, se non con le parole.
In questo modo, o niente affatto, avete una speranza.

Iphigenia si presenta a casa di Jorg completamente lurida di sangue - che trova probabilmente origine da una ferita sulla sua testa che non c'è più, che ne imbratta quasi completamente la faccia e i capelli, insieme a qualcosa che sembra, inquietantemente, materia cerebrale. Sembra quel film sulla ragazzina a cui al ballo viene fatto uno scherzo, solo un brutto scherzo perchè è sangue di maiale, ma lei si incazza di brutto e ammazza tutti. She makes you burn with the wave of her hand. Forse non è stata vista forse qualcuno l'ha scambiata per un make up di Halloween. Gli occhi allucinati, il fiato corto come se avesse corso.
"Dimmi che sono arte."
Più che domandarlo lo ordina, cercando il contatto fisico per un bacio disperato, dove ritrovare l'aria.
"Dimmi che sono una cazzo di opera d'arte." 
Altrimenti non ne vale la pena. Perchè è tutto o niente.

Corre Iphigenia mentre i due inseguitori alle sue calcagna ululano come lupi famelici, corre per quel campo e le sterpaglie alte tra cui semina il sangue e per un attimo è davvero una preda ferita con la freccia al petto, tradita dall'agguato dei cacciatori vigliacchi e farabutti, ma lo sa anche lei: non c'è vigliaccheria in caccia. Non c'è trappola abbastanza tanto vile, inganno tanto basso da non poter essere usato in guerra.
Se quella che si rifugia e si nasconde e trema con la freccia nel petto è Echo o Iphigenia, la bestia che deve uscire all'attacco, sprezzante e fiera, che non deve avere più paura di nulla, è Iphigenia o Echo.
Combatti, perchè è o tutto o niente.

Gli passa le dita tra i ricci ad Aharon e gli conta i succhiotti sul collo e poi sul petto e poi più in basso e ride, prendendolo in giro, perchè c'è chi dice che non c'ha cuore e chi dice che il cuore ce l'ha tra le gambe ma per un po' di tempo quando c'aveva la testa sulle sue ginocchia stesa a fumare o quando gli urlava dietro rincorrendolo per strada, quando lui l'accusava 'se ti innamori di tutti allora non ti innamori mai', anche solo per qualche secondo gli ha voluto bene davvero. E allora gli deve volere bene anche quando gli deve lacerare il cuore con gli artigli, quando lui la rincorre per i campi ululando come un lupo famelico che la squarta e l'ammazza, quando le scrive arrabbiato, furioso, pazzo che le rompe tutte le ossa e la odia, la odia brutto MostroPuttanaStrega. Gli deve volere un po' bene, perchè o tutto o niente.

martedì 8 ottobre 2019

Rage

I cereali spappolati nel latte sono diventati una poltiglia inconsistente che mangia senza masticare, buttando giù una cucchiaiata dopo l’altra mentre Beep Beep dipinge l’ennesima porta nella roccia sulla quale si schianterà Willy il Coyote che si fa male ancora, ancora e ancora e proprio non rinuncia, fingendo che sia il cartone a farla ridacchiare mentre spinge, con una punta di infantile sadismo, il tallone scalzo su uno dei lividi lasciati al ragazzo con cui ha passato la notte, cercando di farsi perdonare subito dopo agguantandone i ricci neri per spalmargli addosso l’ennesimo bacio, che diventa subito l’ennesimo morso. Ancora, ancora, e ancora. Il jingle del dell’edizione mattutina del telegiornale è un suono intrusivo che graffia il timpano prima ancora che l’abbia riconosciuto e sta già per cercare il telecomando nascosto tra l’intreccio delle loro gambe che si ritrova imbambolata a fissare l’elegante presentatrice che parla dell’ennesimo scontro, dell’ennesima strada sporca di sangue, la ripresa si sposta dall’asfalto forato dai proiettili ad un telo di plastica nera ad un’ambulanza dalle sirene spente a quelle accese ed assordanti della polizia non cambiare cazzo, sto ascoltando è un poliziotto che parla ora, lo ha già visto in foto e senza accorgersene stringe forte, troppo forte il polso di lui, sentendo il nome.
Philip Rogers.

Si abbandona frustrata e sfinita nella vasca da bagno così piena che quando si immerge del tutto e i capelli si sollevano a galleggiare verso la superficie come una matassa informe come alghe nerissime, straborda di nuovo sulle piastrelle in marmo del bagno.
Quando ne riemerge, perchè oramai è gelida e torbida e ferrosa, il segno che si è appena scavata nei polsi si sta lentamente inevitabilmente richiudendo, come tutti gli altri, senza lasciare più nemmeno un segno, come tutti gli altri. Lei osserva il fenomeno con gli stessi occhi allucinati dell’uomo che ha appena spalancato la porta  e ha già il respiro pesante, ed ha visto di tutto e con il fucile ha ammazzato i ragazzini soldato in Sierra Leone e mercenari in Sudan e i pirati in Libia ma si ritrova a fissare immobile, quasi tremante la minuscola e innocua creatura bianchiccia che ora lo guarda poggiando il mento sul bordo della vasca.
“ Non lo dire a papà. “
Dice lei e ha sempre quel tono disinteressato ed impigrito, intorbidito dalla manciata di pillole che ha ingoiato senza pensarci dopo averle rubate dall’armadietto della madre come una volta le rubava i trucchi e i tacchi alti, sembra che non le interessi di nulla, è una bambina amorfa e senza passioni, e forse è questo ad inquietarlo più delle forbici insanguinate, abbandonate sul pavimento, che non sono riuscite a lasciarle nemmeno un graffio sulla pelle bianca.
“ Non glielo dire. “
Non l’ha mai capita Iphigenia, lui. Oramai è mezzanotte, lei ha appena compiuto diciotto anni e ha tentato di ammazzarsi nella vasca, non riesce proprio a capirlo. Non la capirà mai, Philip. 

lunedì 7 ottobre 2019

Pensieri Intrusivi

Sono stata io ad uccidere il tipo che hai trovato nel fiume è quello che le dice di dire la sua testa da un’ora a questa parte Gli ho rotto l’osso del collo un suggerimento che le martella le tempie e la costringe a cercare sollievo in una sigaretta dietro l’altra L’ho ammazzato perchè è un traditore lontano dagli occhi del semidio come se lui potesse leggerle nella mente L’ho ammazzato perchè piangeva scavarle dentro; è la stessa voce che quando hai per le dita qualcosa di fragile ti bisbiglia lascialo cadere ma quando sei in cima ad una montagna, senza alcun pensiero al mondo se non goderti per una volta l’aria che respiri, ti fa pensare che sia una buona idea lasciati cadere

lunedì 9 settembre 2019

I cadaveri non parlano

Iphigenia pensa di aver fatto un lavoro pulito quando si guarda le mani, seduta per terra a gambe incrociate come gli indiani. Nemmeno una goccia di sangue, si dice senza soddisfazione e si accorge che tremano quando a malapena riesce a tenere il comunicatore in mano per inviare a Chrome l’ennesima comunicazione.
Indossa la suit come un’alta uniforme e ha lo sguardo febbricitante quando si alza in piedi e raggiunge gli uomini armati di fucile d’assalto fermi piantati fuori dall’hangar, facendogli cenno di andare a prendere all’interno.
Per portarlo nelle celle frigorifere.
Piano, senza dire una parola, con delicatezza.
Perchè se i cadaveri non parlano, i fantasmi urlano.

“ Ho dovuto farlo. Era scoppiato a piangere. Ho dovuto farlo. ” 

venerdì 30 agosto 2019

Le ragazze vogliono solo divertirsi

- Certo che...
- Sì, lo so, è un cazzone pieno di sè.
- Almeno non è un poliziotto o un atlas! Ed è un bel...
- E non è un vecchio in crisi di mezza età.
- Decisamente, mi sembra il tuo tipo.
- Sai che non lo so perchè si è fatto impiantare i tentacoli?
- Sicura di non saperlo...?
- Ah-ha, pensa se mi sono scopata il Kraken!
- ...
- ODDIO, mi sono scopata il Kraken?
- Effie dimmi che non lo hai fatto!
- Non lo so! E sei è lui!?
- Prendi i video vediamo
- Non si capisce niente, coi tentacoli poi
- Controlla se hanno lo stesso naso
- Ma hanno la maschera, co sti cosi non si capisce, mi sa che sono alti diversi!
- Sti video fanno pena, scriviamogli: ma non è che sei il Kraken
- Giusto!
- Anzi no, non scriviamogli: devi vedere se fa facce strane.
- Beh, mica lo so quando e se lo rivedo
- ...
- Scusa, scusa, scusa, il ritratto nuda come una dea greca!
- Poi lo appendiamo all'Hub. Comunque è vera la cosa del milionario? Quello che è morto?
- Chi è quello morto?
- Quello della casa nella North?
- No lui non era milionario, parlo di quello che fa le conferenze alla Thorne
- E chi era il morto
- Quello che mi metteva le corna E c'aveva la ragazza.
- Ah, perfetto, tutto chiaro.
- Il milionario invece era sposato.
- ...
- Lo so.
- Vabbè, dove siamo? Torniamo a casa?

L'odore del cloro della piscina, l'alcool che impregna i capelli, la pelle sotto le unghie, i sorrisi affilati più delle lame dei coltelli e dei suoi artigli, le braccia alla vita, il rombo della moto, a ridere come due pazze.

lunedì 19 agosto 2019

Scena del Crimine

Iphigenia è brava a far sparire le proprie tracce dalle scende del crimine, ha imparato a cancellare le impronte digitali e a lavare le macchie di sangue e per un attimo, guardando immobile il soffitto, è vavvero tentata di farlo sul serio e fare finta di non essere mai andata via da Philadelphia; sta fingendo così tantecose, ultimamente, che occuparsi di un paio di preservativi usati e due bottiglie di vino scadente sul comodino non farebbe diferenza. Si districa dal groviglio sudato di lenzuola e scvola gù dal letto in silenzio, senza guardare il ragazzo- no, l'uomo- che le dorme affianco, come se avesse paura di svegliarlo con gli occhi, ma rirovandosi a fissare, attraverso il baby monitor acceso, la bambina che non conosce. E' sveglia.
Decidere di andare in cucina e, prima di far sparire le tracce dalla scena del crimine, rubare una birra dal frigorifero, una pessima scelta.

"Sei già sveglia?"
Iphigenia è brava a farsi sorprendere come una ladra. La bambina ha iniziato a piangere come il migliore degli antifurti e lei non ricordava che si calma quando le racconti le storie, qualsiasi storia va bene, anche quelle di paura la fanno ridere e forse è perchè non capisce forse è percè di paura non ne ha.
"Te ne stavi andando."
Ci mette poco a capirlo e la sua non è una domanda, la sua è un'accusa tradita e stanca. Sono le sei del mattino e lei è vestita e ha lo zaino poggiato sulla porta come la refurtiva e sua figlia in braccio. Lei è colpevole, e come tutti i colpevoli sta in silenzio a fissarlo.

"Non puoi fare così"
Vorrebbe mandarla al davolo, lo sente dalla voce, e non possono bastare tutte le notti di passione del mondo, tutti i preservativi usati, tutto l'amore del mondo, per quello che gli ha fatto passare. Per quello che gli sta facendo passare ora.
"Ti sei presentata in aeroporto senza nemmeno la decenza di avvertire e ora te ne saresti andata senza salutare..."
Vorrebbe dire che può andarsene, se vuole tanto farlo. Dalla sua casa, dalla sua vita, ora che se ne è liberato non deve nemmeno più scappare. Che senso ha? Sparire. Starebbe meglio se sparisse
" ... senza dire una parola"
E' deluso e stanco, Mark Willson, è stanco di lei e glielo legge negli occhi.

sabato 20 luglio 2019

Mostro!



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venerdì 12 luglio 2019

This is (not) a goodbye


Non importa se pieni di amore, rancore o desiderio: lei è abituata ad avere gli occhi addosso e ora quelli di Mark sono tutti per lei.







« So correre anche io. »



« Corro anche più di te. »


venerdì 21 giugno 2019

starving

"Tu sai come vuoi morire, Echo?"
"Voglio morire con la pancia piena."

Muore un po' dentro quando in un pomeriggio pieno di ortensie rivede Mark Willson c̑͛ͮ̓̂oͫ̃ͫ̿̎ͧ̕ñ̽͋ͣ͛̽͢ ͐͜͝s̛͌̔ͧ̔̄̀u͌̎̓̃͒͞ā̢͊̾̋ͣ̔͟͞ ͑̈́̈͌̏́͟f̧ͮͤ̓̑͑̚i͋͐̐͠gͥ̉ͫ̐͡͠ļͮͫ͊͆ͥ̆͜i̧ͪ̅̓̕a̷̷̡ͥ͒̅̅ e con una bella donna con il ventre pieno, fecondo. Lei le somiglia un po' e anche se questo è un miraggio irrealizzabile per un solo istante si chiede se possa essere vero. Accetta gli sguardi carichi di sospetto di Mark e quelli pieni di commiserazione della sua donna- è una donna gentile, continua a ripetersi, sembra una brava donna, continua a dirsi- ma non può fare a meno di chiedersi come sarebbe stato, che sapore potrebbe avere, se è proprio vero che l'erba del vicino è sempre più verde mentre sorride, e͟͠͝ ̡́͘d̶̀͏̛͠i̸͟͠c̛̕e̴̛͟ ̷̢̧̢ç̨̡͝͞h̶̵̢̛͝ȩ̷̸̛ ̵̵͟͠v̴̶̸̷e̡̛r҉̡̛͞ŕ̶̕͢à͢͏̴̷ ̷̵a̴̵̷͘͢l̵̡̀͟ļ̸͢͡ą́ ̨̡̛f̧́e̕͞s̸҉͟t̢͠҉͟à̵͠ ̷̡̀͞d̸́i̴̡ ̢͏̶҉c̀̀̕o̧͏͝m̸͟p͘͏l̵͜e͠a̡̛n̨͝͠͏n͜͏̶̕o̢ ̴͟͟͟ḑ̵̢̕i̵͜ ́̀H̀̕̕o̶̶͝͏p͘͘͜͞e̴͞,͢҉̡ fa vedere che va tutto bene perchè è meglio così, è meglio così per tutti quanti.

"Quindi è questo quello che fai quando combatti? Tenti di saziarti?"
"Io ho sempre fame, e quindi mi strafogo fino a scoppiare."

L'Hub non è mai in pace, quindi non si dorme mai. Lei li guarda ed è innamorata di tutti a turno, a partire da Hector che ha sfidato di nuovo Miuls che ha coinvolto R̡͠҉h͢͞y͏͏͞ś̷̡͡a̡͢͡n̨̨͟d̡̛̀͢ che ha chiamato Vance che ha battuto Galen che ha preso la rivincita su Chloe e uno a uno si sono uniti al torneo, si lanciano le cose addosso e urlano quando vincono e quando perdono, e perfino i più seri si fanno trascinare nel gioco, nei giri di scommesse, alle risate e ai brindisi di birra alle due del mattino quando la missione è andata bene, quando sono malconci e stanchi e provati e sporchi e quando invece si urla con Galen da una parte all'altra dell'infermeria quando arrivano cinque, dieci, in venti feriti e un cadavere di troppo, quando si sente solo la puzza della carne bruciata, quello del piombo e quello del sangue versato. Non c'è pace nemmeno quando preme le labbra sulla fronte di Billy, quando gli dice che può arrabbiarsi (se non sei arrabbiato c'è qualcosa che non va) che può fidarsi di lei, che rimarrà un segreto.

"Sai che non può continuare in eterno."
"E' che ultimamente..."

L'abbraccio dell'alieno - ha un nome, ma all'epoca non era così importante. Ha un volto, ma all'epoca non lo conosceva ancora- non ha niente a che fare con gli icori di X̧͠͏y̸̴͡y̵̨͟a̢҉̵́t̡́͠͞͠h̴͘͘ ̛̛̀che le scivolano osceni su tutto il corpo, quando la stringe per un istante si sente al sicuro e per una volta è una sensazione che le piace. Quando gli preme sulle labbra il bacio che sugella la loro promessa capisce- ciò che le ha detto, sei il legante, ciò che significa la piuma che porta ancora sul cuore, ciò che realizzerà solo molti giorni dopo, quando non vacillerà nemmeno quando inizieranno a strapparle ciò che ha di più caro: i suoi ricordi.

Vorrebbe dirgli che per loro si sente sazia e appagata, ma non sarebbe corretto.
La verità è
Che per loro, per tutti loro, volentieri creperebbe di fame.

giovedì 23 maggio 2019

La città in cui io non ci sono

Quando sarò cresciuta e potrò andare da sola
ovunque vorrò, voglio andare in un paese lontano.
Voglio andare su un’isola remota.
Voglio andare su un’isola deserta.
Voglio andare su un’isola in cui non ci sono né cose brutte né cose tristi.
Su quest’isola non ci saranno né adulti, né bambini, né compagni di classe, né il maestro, né la mamma, né il papà.
E su quest’isola, io…salirò sugli alberi quando lo vorrò, nuoterò quando lo vorrò, e dormirò quando lo vorrò.
E su quest’isola, penserò alla città in cui io non ci sono, ai bambini che andranno a scuola ogni giorno, agli adulti che ogni giorno andranno a lavorare, e a mia mamma e a mio papà, che vivranno come al solito.
Penserò alla città in cui io non ci sono, e mi sentirò sollevata.
Voglio andare molto, molto lontano.

mercoledì 24 aprile 2019

Aprile è il mese più crudele

"Spero che ti spezzi il cuore"

Lo sa quello che fa Iphigenia Clark quando ha Jamie Parker sotto di sè e continua a colpirlo, colpirlo, colpirlo ancora. In faccia e sul petto e sul collo fino a che non si muove più e fino a che quel meraviglioso volto da dio greco non è rovinato, fino a che non è completamente lurida del suo sangue, fino a che, proprio nel momento in cui gli stava per mettere le mani al collo, si è resa conto dell'orrore che ha commesso. Un'altra volta.

Lo sa quello che fa Iphigenia Clark quando rovescia addosso a Mark Willson tutto il suo peggio in risposta a tutto il suo amore, facendolo piangere in un luogo pubblico, d͍̳̤̳̅͘ȃ̠͎̘̜̪̬v̦̤͍̭͓̤̈́̾̓͘aͪ̒̍ͯ̎̀̕ň͇t̟͚̥̻̫͍͉̾̄̊̅i̞̖̳ͬͫ̂ͩ͑ͪ̚̕ͅ ͚̱͇ͤ̍̃͆ͫ̑̏ȧ̾g̺̥̯͉̐̇͘l̫̭̙̪͈͘i̠̳̳ͩ̒ͧ̅ͭͪ͋ ̢̯̗̭͚̭̖̳̍̒ͦ̑o̻̞c̗̦ͧ̇̆c̟̙͖͈ͭ͑̿͛h͚̩̯̳̱͇͐͂̃̓̋̋̚i̤ͧ͘ ̥̙̿d̞̥͠í̖̝͔̩ͮ̋ͯ̉̆́͠ ̸s̱̈́̓u̟̮̥͔̝̬ͬ̔̅ͅa̝̫͈̼̜̰̠ͦͤ͗̊ ͫ̈̀̏ͩ̏ͪ͏̖̟̼̭̝̫f̞̬ͧ̓ͪ̈́̀͗̈́i͉̠̒̍̔ͤͅg̟̯̊̀ͮl̟̻͉̝̱̾́ͬi͈̊̏̔͒a̼ͥ͛̀. Lui si difende perchè è un guerriero ma davanti alle menzogne, alle cattiverie, alla crudeltà gratuita, non può che arrendersi e deporre le armi: e lei lo spera che un giorno capirà che semplicemente non ne valeva proprio la pena.

Lo sa quello fa Iphigenia Clark quando ha detto a Randy Charmicael la verità, tutta la verità, niente altro che la verità. Che lo ha tradito quando lui la amava, quando lui ha sacrificato tutto per lei. Quando l'ha raccontata a Galen Grace cercando conforto e trovando in risposta l'ennesimo problema. Quando l'ha spiattellata in faccia a James Ross come uno schiaffo, lasciandolo da solo per quattordici anni a pensarne alle implicazioni.

C'è chi le dice che si sta rovinando la vita Iphigenia Clark e che certo la rovina a chi le sta vicino, che distrugge tutto quello che tocca ma lei sa quello che fa. Perchè la guerra è finita, le catene sono spezzate, il deserto risorto. La guerra è finita e ora che è Aprile è iniziata una nuova primavera.



"E' così e non c'è niente che possa fare a riguardo."

venerdì 12 aprile 2019

Echoes of Desert


Il Deserto è un cumulo di macerie arido, è rimasta solo l'ombra della vita che prima subiva, passivo come qualsiasi altra città. I palazzi svuotati, gusci vuoti di uffici, case, sale d'aspetto, cucine, corridoi, stanze da bagno. Le strade sono divelte, di lampione non ce n'è uno dritto, e ogni volta che piove non può che allagarsi tutto; il Deserto è un territorio di conquista: l'Esercito ci è passato con i carri armati, la Fenice, l'Alleanza e il Sindacato e altre cento altre bande se lo sono conteso senza riuscire mai a possederlo, ma hanno acceso fuochi, fatto esplodere i rifugi e i covi, lo hanno letteralmente sommerso di piombo; ha continuato a brulicare di vita, sono sorte Oasi che poi sono collassate su sè stesse e poi sono state rase al suolo da chi non è riuscito ad impadronirsene; i suoi abitanti sono criminali e ricercati e reietti, ognuno ha una storia e quasi mai è una storia felice, anche se alcune sono a lieto fine.

La storia di chi dal Deserto riesce a fuggire.

Maximilian Lee ed Iris Carter non sono sempre stati innamorati.
Duke Fleed era un uomo semplice, e senza troppe pretese..
Randy Charmichael, nella vita, ha sempre fatto le scelte sbagliate.
A John Blackwood piaceva pensare di essere un cavaliere senza macchia e senza paura.
Mark Willson ha fatto danni ogni volta che ha seguito il suo cuore.

venerdì 15 marzo 2019

Tutto quello che avrei voluto fare

Mi sarebbe piaciuto chiederti un appuntamento vero, senza la paura di nessuno che ci segue e con un vestito carino. Mi sarebbe piaciuto chiederti della tua vita e se a scuola indossavi quelle uniformi e prenderti in giro guardando una tua foto foto dicendoti che sembri ridicolo, ingessato.

Mi sarebbe piaciuto dirti scusa di tutte quelle volte che ti ho lasciato solo a Natale e al Compleanno senza più la nostra casa. Mi sarebbe piaciuto dirti di non pensare a lei che non ti merita, che hai noi e che hai me anche se ogni volta ci distruggono la casa, perchè ogni volta la ricostruiamo.

Mi sarebbe piaciuto dirti che il cane, in fondo, è il miglior amico dell'uomo e che non ha niente a che vedere con gatti, topi, tartarughe e conigli; che il cane torna sempre, anche se c'è la guerra, non ti abbandona pure se lo cacci, gli sputi, gli urli, gli dici cose orrende.

Mi sarebbe piaciuto dirti che mandi troppi sms, ma quanto rompi? Mi sarebbe piaciuto rivelarti che quel soprannome stupido mi lusinga e farti sapere che la tua ragazza mi piace un sacco, mi piace più di te.

Mi sarebbe piaciuto dirti che sei sempre stato speciale e davvero ringraziarti per quella mano che mi hai regalato, ' Sii carino ' e ' F ' che l'ho capito che ci hai pensato, che mi hai pensato, e che sono orgogliosa di te.

Mi sarebbe piaciuto dirti c̷̈ͮͪ͆ͯ̾́hͨͩͩ̒̏ͧ̑e͉̾ͭ̾̍̔̎ ̯̓ͭ̒̐̌͆c̺̗̦̣̠͈͆ͫ̔͝ͅo͓̙͚̯̺͙ͤͭͩ́ͅn̺͂̋͐̊ ̦͛͒l͔̮ͧ̔ͪͨͪ͑ͦ͜ạ̢̥̫̃͌ ̙͎͖̈̓ͭ͛ͫͧͅt̮͛̌͟u͇̠̩̤̲̤̞ͣ͂͆̾͡a͋ͬ̒҉̣̦̬̭͓̱̝ ̨̥͈̠̘̂̑ͫ̐̐̾̓b̢̯a̭͇ͤ̈ͥ̑ͯͥ̚m̢̝̲͔̜͚ͤ̾̎̇̆̚b̙̮̞͖̮̗̭i̪̻ͫ͢n͆́͑̈̐̌̾͏͇ȧ̢̹͉̝̺͂̇͒ ̡͕̜̗̳̥̲c͆̒̆̀ͦ̄̃ĩ̹͐̅͜ ̦̠̗͐hͭͦͦǫ̗̬̙͑͗̆̈́͂ ̻̣̒͆͂͂̎ͨ̅ͅb̪͓̟͊̒̾a͚̺̖͗̀̚l҉̟̮̘̲l͚͕͓̱͈̹̦̒ḁ̸̜̥͔̉̅t̬̳̱̏ͬ̓̏̽͌̕ỏ̀͐ͣ̅ͬ ͥ̅̌͂ͥͣe̙͖̟̜͔̙ͤ͐ͫ́̐̏ ͉̥̖̬̇̓͐̍̋̉ͨc̰̘̺̜͌̃i̠͓̜͈̩͕ ͍̣̪̖̬ͣͫ̿͜ḣͧ̊҉͔̯̗̞̩ͅô͔͚͚̖̺͕ ̦͇͕̇̽ȓ͓͇̺̤͍̹̫̉͞i͋̂̈́ͣ̾ͥ͐͏̘̖̬ŝ͉͍̝̤͕̲̰͌͋̃̈́̍o̬ͫ͑̐̅̕ ̺̠̟̱̫̩ͫͤͬ̌͂͂c̝̏̆ͭh̙̫͓̲͚̺͆͐ͯ͑͡e̤̗̺̪̘̓̇̂̇ ̀̆́҉̤q̶̝̞̯͍͈̼̗ͤu̫̮͖̲̠ͩͦa͇͓̭̙n͔̗͉̙̩ͤ̌̓̋̇͆d̬͇͙́o̿ͣ̆ͬ̆̌̈͏͈̗̤̺̫ͅ m̦̬͖͍͓̂ͦ͑̒ͮͥͅa̡̜͚̺̳̗̩̜̔n̙̖̗̪̟͒͗̉̒ͬͫ͞g̛͓̹͚̰͕̭ͧ̿̑͛͌̉i̬̳̗͇ͣă̖̥̯̣͇̋͂̀͝v͚̠͓̱͊a͍͈̮ ̏̓̃҉̥l͈ͪ͡ė̺̞̣͙̋̊ͧ̎ͅ ͓̜̻ͯͪ̄̉͠p̶̊aͩ̿ͦ́ͭ̾p̧ͦ́̈́ͨ̇͐ͧp̗͍̪͍i̱͇̰̜͔͓ͦ̊̆n̫̜̤̠̽͊͊͡ḙ̴̥̳̘̙ͪͦͦ̂ͤ̚ ̹̳̥̥͓̦s̩p̴̤̤͓̏͒ͣ͐͊ǒ̶͕͉̹ͩr̗͍͍ͩͫ́̚ç͓̍̒ͤ̎à̭̱͕̯v̤̪̬͔̳̲͎͐͐̇̏ͫ̈͑a̟̣ͣͣͤ̓͌ ̵̟͈̜̜̙̤ͤd̢͇̪̗̝̓a͇̦̳̙̯͇͐̋̊ͣ͗̍̉͡p̧̗̩̼p̟̲ȅ̖̮̓͒̑̏̽r̽̃ͨͪt̡̠̱͙̼̥͖ͬ͑u̪ͨ̾́̂͞t̵̹̜̲̰̆͐ͥ̓̂̿̀ť͛͝o͉̱̦̿͢. Che ho pianto anche io quando lei se ne è andata e il mio voleva essere solo un modo di consolarti ma sono stata goffa, sono stata cattiva.


Mi sarebbe piaciuto dirti che non ho mai pensato
di poterti cancellare dalla mia vita
che ti ho sempre amato
ma nel momento sbagliato
nel posto sbagliato
nel modo sbagliato

lunedì 11 marzo 2019

Rebel(s)cum

"Quando la guerra sarà finita organizziamo una festa, sarà grandiosa, ci saranno tutti."

La cameriera sui pattini porta al tavolo una montagna di patatine affogate nel ketchup e hamburger grossi quanto la sua faccia, milkshakes sregolati di cui le ciliegine scompaiono in un battito di ciglia, e poi pancakes ed uova col bacon perchè non è mai troppo tardi per la colazione, cupcake di tutti i colori, hot dog e birre e ali di pollo, fette di torta al cioccolato con le nuvole di panna in cui ficcare le dita. 
La fidanzata, 'Elo', la immagina bionda con una risata da bambina e i boccoli, con la gonna arricciata e una camicetta a nido d'ape. Questa cosa dell'appuntamento a quattro l'ha decisa tutta Hector, li ha praticamente trascinati qui a forza e ora tiene banco con storielle, barzellette, battute da alzare gli occhi al cielo e dargli i calci sotto al tavolo (nessuno gliene risparmia), prese in giro, e lei non si sa come piano piano s'è fatta convincere: una vita normale non l'ha mai voluta ma in tutto questo non c'è nulla di normale.
E va bene così.
Cerca con la mano sul divanetto quella del suo accompagnatore, stringendogliela di nascosto vergognandosi come una ladra. Ogni volta che si gira verso di lui ha una faccia diversa è una persona diversa, ha l'espressione energica e calma di Takeshi che l'ha conquistata con la sua rabbia, è Dannis che dice di non voler stare lì ma è protettivo quando le stringe la mano troppo forte, è Logan e Jacob e perfino Arthur Lowell solo per un istante. E' Jimmy (forse lo è sempre stato). Chiunque sia, lei lo ama da morire in quel momento preciso, ed è felice.
Questo posto, tra due anni o due anni fa, potrebbe essere lo Stay Alive. Il jukebox funziona e spara una canzone di Elvis dopo l'altra mentre dalla porta d'ingresso entrano in parata trionfante tutti i suoi amici, Caleb e Jenny che invece di essere arrabbiata chiacchiera con John e con la sua fidanzata (ma non mi somiglia per niente! lo dice piena di sè), Galen con un braccio attorno alle spalle di Clem, perfino Max Lee e Iris Carter e la vede ancora bellissima e in dolce attesa,

ma Mei e Mark ̗͚ͭ͗̀h̙͚͙̮͟a͍̙̳̪̻͖ͩ̓ͬ͢ṉ̙̯̅ͫn͚̤̹͇̟̒̅ͯ͑ͫ͒͘o̱̻̺͍̙ ͖̻̬̜͕̘̲͊̆g̡͕͇ͬͤi͙͍͓̰̭̤͊à̭͚͛ͥ̄ͭ̽͟ ͖͕̥͊ͥͪ̓̀H̵̺̋o̪̜̣̻̰͊ͮ̍͋͌p̫͐̐̈́̐̓͒͠é̡͎̪̮̺͎ͫͪ ̵͕͚̉͊͌̊c͉̣̯̭͔͔͊͐ͦͯ̓h̙̬͉̼͈ͭ͡e̫̖̤̠ ͬͥͬ҉̗̰͎̮̞ͅr̘̪̲̮͍ͨ̎̌̐̏͘i̮̥̤͖͖̳̦ͦͤ̐́d̩̞ͨ̓͋͆̽̑e̮͓͔̥̣͂͌ͮ̈́ ̥̱c̶̏̑̌̆̑ò͖͋͠m͉̘͍͈̠̬͖̾̈̐̉͋ͬ̕e̟̅̿̑̂ͩ̓͢ ̈̏̌͏͎̰̰̠̰̘̼r̮̖̯̭͊̈́͂ȋ̛͚̲̍ͯ̉ḏ̳̆̾̈́̔ȇ͔͍̳͖̘̟͋ͭ̌̿̔͂͜vͦ̕å̛̺͓͖͕̹͍̅ͣ̇ͥͨ̚ͅ ͉͓̫͇̄̆͛͐ͦͦ̚q̪̻̣̐̿͛͂ṷ̦ͯͨ̐ͥ̚e͎̲̲̬̼͓̹l̮̤̙̀̆̅͑ͦ̅l͓͈̽̅͗̏å̳̲̲̪̚ ͍̙̗̙͓̯ͪ̑̅̃͛ͥͣv̘̪͖̺̺̆̉̑̍̄̓́ŏ̳̼̟̖̯͇̿͠ͅḽ̨̱ͭͧ̋ͯ́͗t͍͆̎a̱͇̜͌͂̆ͥ̍ͤ͟ ̮̤̟̯͔̂̾͛̄̇͠ͅȁ͚͇̃l̆̄̏̌̾l̲͕̯̦̤͈̳̉ͪ̈́ͣͬͯő͏͉̗̮ ͉͕͓̃̈́̍̚S̞̱͌̉ͦ̑ͧͅh̪̰̻͓͒̄ͣͬ͆ͬ͞ĕ̦͕̌ͪ̓l̨̝̊̇̈ͬͮ̚t͕͉̞̬͚̝̑̀ͅe̒̏̊̚rͥ̌͡,

e poi Rhysand con suo fratello Robert, Brendan, gli amici vecchi e nuovi, Duke, Silene che le ha portato il cibo quando crepavano di fame, Tommy che gioca come se nulla fosse con Randy e con Jane che parla ancora, Martin...!
Ha organizzato tutto Hector e potrebbe essere lo Stay Alive e potrebbe essere lo Shelter e si sente come a casa, sicuramente è la festa più bella di sempre.

Non è riuscita a convincerlo a non diventare un vigilante, non è riuscita a convincerlo a non chiamarla in quella maniera stupida, Sensei, non è riuscita nemmeno a convincerlo a non scriverle una battuta idiota su una delle sue magliette preferite, facendo diventare Rebel Scum una battuta lurida, ma che fa ridere anche lei.
Hector è proprio stupido, vorrebbe tirargli un pugno e dargli un bacio. 
Non è riuscita a convincerlo di niente, e alla fine 

Non è riuscita a salvarlo.

sabato 9 marzo 2019

atto di fede

Il proiettile centra ed abbatte una lattina dopo l'altra quando è Thomas ad impugnare la pistola ed Iphigenia non può che asssistere ed accettare che è un ragazzino di nove anni il pistolero più abile che abbia mai conosciuto, ma rimane in silenzio. Rimane in silenzio quando lui la chiama, le chiede se c'è qualcosa che non vada, se ha sbagliato qualcosa.
Iphigenia ha visto le lattine allineate sulla staccionata di quel campo abbandonato abbattute l'una dopo l'altra ed ha dovuto accettare di aver dato un'arma in mano ad un bambino e dirgli spara, spara che c'è la guerra, spara o ti uccideranno, e accettarlo come un atto di fede.





martedì 12 febbraio 2019

il gioco della torre

- Resistete solo un po', vado a cercare aiuto, torno subito!
Austin è bellissimo l'ultima volta che Iphigenia lo vede, tra i fischi dei mortai, le esplosioni, i proiettili.
Lei cerca di non farsi lasciare la mano ma la terra trema ancora e viene soffocata dalla polvere e dai detriti. Di aria ce n'è poca. Di luce sempre meno.
- Te lo prometto, torno a prenderti!

- Martin o Galen?
Iphigenia quasi non leva gli occhi dal display del Gameboy, tra le mani di Austin Kirby conclude trionfante un livello dopo l'altro e lei sembra ipnotizzata, ma lui tira fuori quella domanda con un ghigno da Peter Pan che ne ha fatta un'altra.
- Eh...?
- Uno muore e l'altro lo salvi.
- Che domanda del cazzo.
- Non hai mai fatto il Gioco della Torre Effie?
- ... Che palle. Galen?
- Sì, ma Martin te lo vuoi scopare.
- Scusa, ma che senso ha se devi sindacare sulla mia scelta.
- Se no non è divertente, no?

Fuori nevica. Iphigenia si guarda con lo striminzito vestitino nuovo allo specchio e la vanità si trasforma in una profonda e spaventosa angoscia quando si accorge del sorriso straziante di Spurt.
- Randy o Dannis?
Chiude gli occhi, cercando di ignorare quella voce, ma da qualche parte, in silenzio, il suo cuore è costretto a rispondere.
- Ho fatto una promessa, lo sai.
L'assassino muore e la vittima ottiene la sua vendetta. L'assassino dagli occhi adoranti, che non le farebbe mai e poi mai del male, la vittima che invece più lei soffre e più ci gode, e ogni parola, ogni bacio, ogni scopata è una pugnalata dilaniante. La lama di un coltello militare lacera quando entra, strappa quando esce, è fatta per fare più male possibile.
- Che schifosa che sei, lui ti ama.
- Lo so. Me l'ha detto.
- Non parlavo di Dannis.
Alle sue spalle, Austin sorride con una dolcezza tanto fulgida quanto tormentosa, e a lei viene da piangere.

- Mark o Duke?
Finiscila.
La terra trema di nuovo, le navi sono di nuovo sopra le loro teste e lei accartoccia la lettera tra le dita prima di abbandonarla sul tavolo con un gesto stizzito, si alza in piedi, manda la sedia a frantumarsi da qualche parte. Non supera il fracasso della guerra.
- Sei tu quella che si ripete che ti hanno abbandonato, no? Come tutti. Hanno scelto altre, hanno scelto altro.
b a s t a f i n i s c i l a
- Sei un po' ipocrita, no?
tipregoaustinstazittolasciamiinpace
- Non credi che sia stata tu ad abbandonarli per prima?
Non voglio scegliere.
- Tipico... Non puoi, il gioco non funziona così.
Mi fa schifo questo gioco. Non voglio scegliere, mi butto io. Mi butto io.
- Tanto rigeneri, no?

Quando Iphigenia è la prima ad accorgersi che il soffitto si è crepato, e l'edificio sulle loro teste non resisterà ad un altro colpo di mortaio, sa di avere poco tempo, guarda le schiene di Austin e James, sa di non averne affatto. Austin rotola lontano da lei, più vicino alla luce e alla salvezza, ma è James che lei stringe, a cui tenta di fare scudo col proprio corpo - tanto rigeneri- che proprio non vuole decidersi a lasciare.
Poi, un altro fischio, l'esplosione sopra le loro teste, tutto crolla.
Di aria ce n'è poca.
Di luce ancora meno.

giovedì 3 gennaio 2019

Foresta nera

Guida. Hector si è quasi addormentato sul sedile del passeggero e lei si è qusai dimenticata della sua presenza, della sua esistenza. Guida e non sa dove si trova, non sa dove sta andando, attorno a lei è tutto nero, è notte, ma è comunque tutto troppo nero. Tutto quello che sa è che non ne può più della radio, ogni volta che cambia stazione sente voci sempre più robotiche che annunciano notizie tutte uguali, da incubo.
" A lui e agli uomini come lui che ogni giorno rischiano la vita per combattere il crimine va il mio ringraziamento. Eileen Blackwood [...] "
" la persona che da tempo è in cima alla lista dei ricercati più pericolosi dello stato della [...] "
" scia di sangue che la terrorista si è lasciata alle spalle e che finalmente [...] "

E' seria Eileen Blackwood nel video in cui ammazza a sangue freddo un uomo, un colpo di pistola alla testa che più che un'omicidio sembra un'esecuzione. Ha gli occhi di ghiaccio Eileen Blackwood, ha gli occhi che bruciano di una febbre che conosce bene, in cui si rivede mille e mille volte.
E' una ragazzina Eileen Blackwood, ma alla sua età non ci sono locali ragazzi pettegolezzi università, genitori troppo severi che davvero preferirebbero non frequentassi certe compagnie, solo sangue lotta ed altre mille di queste esecuzioni - e la folla già esulta per la sua, un verdetto esemplare che diventerà castigo, la giustizia che diventerà vendetta che diventerà ritorsione, e il sangue è l'unico salato pasto che può riempire la pancia degli Americani.
Ha fatto scelte diverse Eileen Blackwood. Scelte diverse da quelle della brava gente, ma in fondo non sono scelte diverse dalle sue: cambia solo la gente da ammazzare, la testa sulla quale poggiare la canna della pistola prima di premere il grilletto.
La vede così Eileen Blackwood, stesa su una mustang a fumarsi la sua erba e in piedi davanti a lei per cercare di prenderne le mani; la vede abbandonata contro lo stipite dell'officina di Andre (come si chiamava? qual era il suo cognome? la sua testa non è più come un tempo ), poi di nuovo stesa sull'asfalto sotto di lei, e avrebbe potuto ucciderla se davvero avesse voluto - ma non l'ha fatto, e cento e mille volte non lo rifarebbe. La vede così, a penzolare da una forca o con la testa sulla picca o con gli occhi bendati e decine di bocche di fucili a puntare alla sua testa, legata al rogo pronta per il fuoco, il capro espiatorio di tutte le colpe, l'espiazione per tutta la comunità, per tutto il mondo.

" La città è da oggi un posto più sicuro. "
Lei frena di colpo, le mani sul volante, gli occhi allucinati e pieni di mostri.
" Effie? " la chiama una voce di cui si era quasi dimenticata " che hai? ti senti male? "
Non lo sa se si sente male, non sa nemmeno se si può sentire male. Tutto quello che sa è che non riesce a respirare. Non riesce a respirare.