domenica 10 novembre 2019

Rosita

"Tu hai un dono, Iphigenia."

Pensa al volto paffuto - paffuto, era proprio paffuto- di Rosita ogni giorno anche se non ha più foto di lei, da qualche giorno è la prima cosa a cui pensa quando si sveglia e quando va a dormire. Non pensare a loro, le ha detto Jed quando non sapeva cosa dire davanti alla telecamera - LEI, che non sa cosa dire- pensa a Rage, pensa a Philip Rogers e pensa a quello che ha fatto. Ma quando il momento, non è a Rage che pensa: ma al volto di Rosita, era paffutello e sorridente e non aveva mai avuto paura in vita sua, neanche quando il Cartello l'aveva presa in ostaggio coi suoi genitori. Chissà se hai avuto paura. Chiederle mille volte scusa sulla tomba non serve a niente, non serve a niente piangere, non servono le corone di fiori profumati io odio i crisantemi. Non serve niente  nemmeno dichiarare guerra. Ripensa al volto di Rosita quando Jorg la consola, non sei un mostro, lo sa lei che è un ragazzino ferito come lei ma vorrebbe che non fosse così freddo perchè c'ha il gelo che le entra nelle ossa e un po' lo odia mentre lui la consola sei la mia musa le sussurra languido, un po' lo odia mentre lo bacia, potevo finirlo: non fosse stato per te, potevo finirlo. Ed evitare tutto questo. Non ti dare pena per la tua strabordante umanità. Vicino al volto di Rosita vede quello di mille altri bambini come lei e come Jane, non ha nemmeno il coraggio di andarla a trovare all'ospedale, vede quello di Duke, non so nemmeno se c'è stato un funerale, vede quello di (a me piacciono i papaveri) Robert, dovremo aspettare Maggio, devi avere pazienza, vede quello di Randy, sei tornato da me solo perchè sono destinata a perderti, vede ancora quello di Austin, sono tutte corone di fiori, crisantemi colorati e profumatissimi.


Come hai potuto?
C'è davvero differenza tra fracassare il cranio di qualcuno e premere il grilletto, lasciando che la polvere da sparo faccia il suo sporco lavoro? Quasi trenta anime pesano sulla tua coscienza e chissà quanti ne hai lasciati sull'asfalto ad agonizzare nel sangue che fa male, ti prego mamma aiutami, fa tanto male, gridano come agnelli. Erano lì perchè credevano fosse la cosa giusta, e credevano di essere al sicuro. Come agnelli al macello.
Ti senti in colpa?
Scommetto che dirsi allo specchio, ogni giorno, ho fatto la cosa giusta inizia a non bastare più. Ma lo è, la cosa giusta: è quello che ti sei sempre ripetuto anche se prendere sonno la notte è sempre più difficile, ma è quello che hai sempre fatto, quello per cui hai rinunciato a tutto. Fare un passo indietro significa rinnegare e l'abiura non è contemplata per questo trono, rinnegare te stesso anche se la faccia che ti guarda dallo specchio la odi, non è più la tua, è quella di un mostro.
Ti è piaciuto?
Allora mostro lo diventi un po' di più, un po' più a lungo della volta precedente, ti ci hanno chiamato così tante volte che inizia ad avere un senso, inizia ad avere un sapore, tutto il resto lo perde. MostroPuttanaStrega. Il cibo sa di sabbia, l'acqua sa di sabbia, il sesso sa di sabbia - quella del Deserto, che oramai ritrovi solo nei tuoi sogni e quando ti chiudi in quella realtà virtuale in cui ammazzi i tuoi compagni amici ma puoi anche piangere tanto non ti vede nessuno. Poi torni a combattere, premi il grilletto, fracassa il cranio e dilaniagli il cuore con gli artigli, quasi trenta anime ti pesano sulla coscienza e non ti puoi fermare. Perchè se non è la cosa giusta, è l'unica cosa che puoi fare.

"Hai familiarità con il dolore."

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