martedì 8 ottobre 2019

Rage

I cereali spappolati nel latte sono diventati una poltiglia inconsistente che mangia senza masticare, buttando giù una cucchiaiata dopo l’altra mentre Beep Beep dipinge l’ennesima porta nella roccia sulla quale si schianterà Willy il Coyote che si fa male ancora, ancora e ancora e proprio non rinuncia, fingendo che sia il cartone a farla ridacchiare mentre spinge, con una punta di infantile sadismo, il tallone scalzo su uno dei lividi lasciati al ragazzo con cui ha passato la notte, cercando di farsi perdonare subito dopo agguantandone i ricci neri per spalmargli addosso l’ennesimo bacio, che diventa subito l’ennesimo morso. Ancora, ancora, e ancora. Il jingle del dell’edizione mattutina del telegiornale è un suono intrusivo che graffia il timpano prima ancora che l’abbia riconosciuto e sta già per cercare il telecomando nascosto tra l’intreccio delle loro gambe che si ritrova imbambolata a fissare l’elegante presentatrice che parla dell’ennesimo scontro, dell’ennesima strada sporca di sangue, la ripresa si sposta dall’asfalto forato dai proiettili ad un telo di plastica nera ad un’ambulanza dalle sirene spente a quelle accese ed assordanti della polizia non cambiare cazzo, sto ascoltando è un poliziotto che parla ora, lo ha già visto in foto e senza accorgersene stringe forte, troppo forte il polso di lui, sentendo il nome.
Philip Rogers.

Si abbandona frustrata e sfinita nella vasca da bagno così piena che quando si immerge del tutto e i capelli si sollevano a galleggiare verso la superficie come una matassa informe come alghe nerissime, straborda di nuovo sulle piastrelle in marmo del bagno.
Quando ne riemerge, perchè oramai è gelida e torbida e ferrosa, il segno che si è appena scavata nei polsi si sta lentamente inevitabilmente richiudendo, come tutti gli altri, senza lasciare più nemmeno un segno, come tutti gli altri. Lei osserva il fenomeno con gli stessi occhi allucinati dell’uomo che ha appena spalancato la porta  e ha già il respiro pesante, ed ha visto di tutto e con il fucile ha ammazzato i ragazzini soldato in Sierra Leone e mercenari in Sudan e i pirati in Libia ma si ritrova a fissare immobile, quasi tremante la minuscola e innocua creatura bianchiccia che ora lo guarda poggiando il mento sul bordo della vasca.
“ Non lo dire a papà. “
Dice lei e ha sempre quel tono disinteressato ed impigrito, intorbidito dalla manciata di pillole che ha ingoiato senza pensarci dopo averle rubate dall’armadietto della madre come una volta le rubava i trucchi e i tacchi alti, sembra che non le interessi di nulla, è una bambina amorfa e senza passioni, e forse è questo ad inquietarlo più delle forbici insanguinate, abbandonate sul pavimento, che non sono riuscite a lasciarle nemmeno un graffio sulla pelle bianca.
“ Non glielo dire. “
Non l’ha mai capita Iphigenia, lui. Oramai è mezzanotte, lei ha appena compiuto diciotto anni e ha tentato di ammazzarsi nella vasca, non riesce proprio a capirlo. Non la capirà mai, Philip. 

Nessun commento:

Posta un commento