sabato 17 febbraio 2018

L'invenzione del fuoco


Gli uomini dell’antichità hanno avuto paura del buio e delle bestie che si celavano nell’oscurità e al vedere il lampo che squarciava il cielo, ne hanno preso il fuoco e ne hanno rubato i segreti; hanno illuminato le loro grotte e hanno iniziato a suonare le loro percussioni e hanno iniziato a raccontare storie e a ballare le loro danze; per gli dei hanno fatto riti orgiastici alla luce della luna, e per un Dio solo lingue di fuoco che bruciavano gli eretici ma era lo stesso fuoco, la stessa paura, e nel caos di neon e fanali e musica a tutto volume che esce dai locali e delle discoteche quando sfrecci in macchina, bruciando più semafori possibile, ti senti come gli uomini delle caverne che semplicemente non volevano stare da soli, al buio, con la paura di tutti quei mostri.

The Hive, 2025
Ha il braccio di Jimmy attorno alla spalla, Galen si è appena tolto la maschera e non ha mai visto Andrea sorridere così. Non ha mai visto Andrea sorridere, probabilmente, ma questa è una malignità che le attraversa il cervello e le vuole bene, non solo perchè è la sorella del suo ragazzo - lo può chiamare ragazzo? Vivono insieme. Tecnicamente non si sono detti ancora niente- ma le vuole bene come si vuole bene ai compagni d’arme, pure quelli con cui si litiga ferocemente, pure quelli con cui ti scorni e non vai mai d’accordo; Martin è un’altra storia ma come si può non amarlo alla follia da quando ti ha regalato la tua prima maschera che la tieni ancora e la sogni la notte e la tua prima pistola. Longshot non c’è, non c’è mai quando si fa festa - c’è in tutti gli altri casi, quando ti devi pisciare sotto dalla paura e soprattutto quando c’è bisogno di lui, allora c’è sempre.
E poi Galen, che si è levato la maschera e la guerra e gli alieni sono lontani ancora per un po’, a vedere il sorriso di Galen la guerra si allontana per paura.
Il momento smielato viene interrotto dalla vibrazione del cellulare, si stanno tutti spostando verso il garage dopo aver brindato ma lei ora vede solo il display e quel numero che conosce, conosce a memoria da troppi anni ed è sempre lo stesso - e avrei dovuto comprarmi un usa e getta, avrei dovuto davvero farlo, me lo dico sempre e non lo faccio mai- fa cenno agli altri di andare senza di lei mentre risponde al telefono.
« Dad…? »
La voce dall’altro capo del telefono ha un sussulto, forse non se lo aspettava, ma come tutti i politici ha un discorso che si è preparato mille e mille volte, ma stavolta non è come le altre e lui è umano e la voce gli trema.
« Princess, papà ti vuole bene. » 
 Nessuno la chiama più così da un po’; nemmeno Ross Kelly, che la chiama dalla Colombia tutti i giorni (almeno crede. Paraguay?); nemmeno Austin, bello come il sole, ora sta facendo un gestaccio a Jimmy che ride, gli chiede qualcosa di insinuante e imbarazzante. Lei si sforza di rimanere in silenzio e non dire nient’altro fino a che non sono tutti lontani.
« Ho pensato di chiamarti mille volte, principessa. Ci ho pensato, a come sono andate le cose, ho detto tutte le cose sbagliate. Prima di essere un politico sono tuo padre, sono ancora il tuo papà…»
« E quindi…? » 
A Effie esce fuori un fiotto impietoso, una domanda indifferente.
« E quindi torna a casa, Princess, ti chiedo scusa. Torna a casa e risolviamo questa cosa insieme.»
« Cioè come se nulla fosse? O vuoi che mi registro e vuoi che faccio la brava mutante?»
« We’ll figure a way, Princess, per me è importante solo che torni a casa da me. »
« Ma tu mi hai… »
« Non dirlo ti prego, ti chiedo scusa e non ti chiedo altro che un’altra occasione. Sono stato uno stupido ma sono sempre il tuo papà, y’know. Non è importante il lavoro e non è importante alla politica, io non ci credo a quelle cose. So solo che queste cose che stanno succedendo mi spaventano e tu non sei vicino a me e non ti posso proteggere. »
Lei ha una pistola nella fondina e un blaster in un’altra, ha appena imparato a maneggiare i fucili da assalto e quanto si deve contare prima di lanciare una granata e ora sente un dolore sordo nel petto che sa di vergogna. Jimmy ed Austin, che si saranno coalizzati per farle uno scherzo, iniziano a chiamarla dal corridoio che sta facendo fare tardi a tutti. Dominic Clark, avvocato di diritto penale, membro del Congresso della Camera dei Rappresentanti del partito Repubblicano al suo primo mandato, suo padre, sta ancora parlando con il cuore in mano.
« … possiamo andarcene da qui, ora che sta per succedere qualcosa di brutto, torna a casa e ce ne andiamo tutti in Europa, al sicuro, Francia. »
«… In Francia…? » Iphigenia non capisce, ripete le parole senza sentirle nemmeno. Vuole solo tornare dai suoi compagni, chiudere chiamata questa dolorosa e aspettare che passi, che vada via.
« O in Italia se preferisci, non è importante. Lascio tutto, non intendevo fare quello che ho fatto.» 
L’uomo al telefono ha paura di morire. L’uomo al telefono ha paura di morire prima che sua figlia possa perdonarlo di averla cacciata di casa per il suo sangue, per qualcosa che non avrebbe potuto prevedere e che non avrebbe potuto cambiare; l’uomo al telefono aveva paura che qualcosa di brutto potesse succedere alla sua bambina; l’uomo al telefono era così simile all’uomo che aveva dimenticato il lavoro e i doveri per prendersi cura di lei quando era piccola e quello che aveva preso un aereo per festeggiare il suo compleanno. Non era la stessa persona che aveva visto tradire sua madre, che sbraitava odio quando lo incontrava nei canali televisivi, non era la stessa persona.
Ma.
Lei.
È.
Un.
Night.
Soldier.
E i Night Soldier, davanti alla guerra, non scappano.

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