lunedì 5 febbraio 2018

Daddy Issues pt.2


Nel 2012 erano tutti convinti che i vaccini ti avrebbero portato ad avere la lingua di serpente o sputare palle di fuoco, perciò Iphigenia si era presa la varicella ed era bloccata a letto da giorni; suo padre non aveva tentennato un secondo dal momento in cui era rientrato in casa e si era allentato la cravatta, si era preso una settimana di ferie dal lavoro e le era stato accanto dall’inizio alla fine, imboccandola con la pastina a forma di dinosauro, guardandosi tutti i film della Disney che avevano in bluray a ripetizione e non era mai stato così bello come quando, con gli occhiali di tartaruga sul naso, le leggeva tutte le avventure dei conigli, dei maghi di Harry Potter, degli eroi e dei mostri che conosceva, ancora e ancora e sempre le stesse, facendo una voce diversa per ogni personaggio.

Nel Natale del 2024 oramai tutti gli anni di lavoro avevano già dato frutto da un po’ e faceva parte del congresso e di tutti quei consigli di cui non aveva studiato nulla ad educazione civica al secondo anno delle medie, ma le sue posizioni erano diventate marcate come le sue occhiaie, i suoi capelli erano ingrigiti come i suoi occhi e passava sempre meno tempo a casa. Era uno schifo d’uomo e una merda di marito e un politico dalle idee aberranti, che cavalcava la facile onda della paura e dell’odio - ma era un buon padre, e Iphigenia lo amava. E Iphigenia lo ha amato anche nel momento in cui il suo sguardo si è fatto più freddo, con il sangue che colava dalla mano sul tavolo e la ferita che si chiudeva troppo rapidamente, in maniera inumana. L’ha ripetuto che era stato un incidente, lo sapeva lui e lo sapeva lei, ma tutto era accettabile tranne che una figlia con il gene X, anche una figlia morta o una figlia scomparsa, lo sapeva lui e lo sapeva lei.


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