lunedì 1 ottobre 2018

Caleb e Jenny - pt.3


« Lo sai che per quanto ci pensi, mica me lo ricordo che c’era scritto sul bigliettino di quel biscotto della fortuna?»

Il suo non è un vero e proprio sonno, e apre gli occhi ogni volta che ne sente le dita tra i capelli o sporgersi per cambiare stazione alla radio - l’ha accesa lui? lei ricordava fosse spenta, ma sta mandando Wish You Were Here dei Pink Floyd ed è una scelta sicura-, cercando istintivamente prima una via di fuga, poi l’orario al neon arancione sull’autoradio a musicassette: sono le 3:32, poi le 3:56 e quando riapre gli occhi per l’ultima volta sono le 4:23. Piove ancora e la città è ancora immersa in un neon sfocato che sembra le luci di Natale.
« L’hai letto il Potere del Cane? »
« Tra poco è l’alba. Dormi. »
Lei non segue il consiglio ma non riesce ad alzare il collo, osserva il tettuccio dell’auto e il suo mento e capisce di essere stanca: nonostante i bei discorsi, le grandi parole, i propositi immensi è ancora stanca. « Parla di due fratelli, uno scemo e uno in gamba, ma quello che si sposa che la ragazza bella del villaggio è lo scemo. Ed inizia questa storia d’odio. Io prima della Sandmac non leggevo molto… il liceo non l’ho fatto proprio. Le persone non si laureano in Sandman Machine, di solito, perchè continuano a pensare che quel tempo non valga nulla, che non serva a nulla. È una macchina della disperazione, e così deve funzionare, quasi nessuno usa quel tempo per migliorarsi, e non fai altro che contare, ma avevo questo libro da finire di leggere… e poi ne ho chiesto un altro. E ancora. E ancora. E alla fine ho preso la laurea senza accorgermene, e ho finito per studiare più di quanto avrei mai creduto di essere capace.
C’è questo sistema che dovrebbe essere di remunerazione virtuosa, sai, parti con la stanza bianca e vuota, ma se ti comporti bene puoi scegliere qualcosa da ottenere e da tenere e da metterti in stanza, o sigarette, anche un cazzo di poster, è come i videogiochi, alla fine è tutta una realtà virtuale. Ma finisce come al solito, che chi accumula più potere in qualche maniera, chi primeggia, anche schiacciando gli altri… è un circolo vizioso. E sappi che io avevo tutti i libri che volevo.» C’è una vaga, addormentata ma crudele soddisfazione negli occhi da ragazzina - e ragazzina non lo è più, è chiaro, anche se di certo non è l’adulta che la Sandmachine l’ha fatta credere di essere. « Il libro me l’aveva prestato Jenny prima di quella missione, quindi se tornavo che non l’avevo finito mi apriva il culo. E se io magari io lo sospettavo, che sarebbe andata male, lei lo sapeva con certezza. Ha passato tutta la notte stretta a me perchè lei lo sapeva.»
Non si rende conto che forse il suo racconto non ha nè capo nè coda, non ha una morale, non significa nemmeno niente: la ragazza che ora è nelle mani dell’esercito, forse morta, le ha prestato un libro perchè sapeva, in qualche modo, che sarebbe andata come doveva andare.

Perchè l’hanno sempre saputo.


Nessun commento:

Posta un commento