venerdì 15 marzo 2019

Tutto quello che avrei voluto fare

Mi sarebbe piaciuto chiederti un appuntamento vero, senza la paura di nessuno che ci segue e con un vestito carino. Mi sarebbe piaciuto chiederti della tua vita e se a scuola indossavi quelle uniformi e prenderti in giro guardando una tua foto foto dicendoti che sembri ridicolo, ingessato.

Mi sarebbe piaciuto dirti scusa di tutte quelle volte che ti ho lasciato solo a Natale e al Compleanno senza più la nostra casa. Mi sarebbe piaciuto dirti di non pensare a lei che non ti merita, che hai noi e che hai me anche se ogni volta ci distruggono la casa, perchè ogni volta la ricostruiamo.

Mi sarebbe piaciuto dirti che il cane, in fondo, è il miglior amico dell'uomo e che non ha niente a che vedere con gatti, topi, tartarughe e conigli; che il cane torna sempre, anche se c'è la guerra, non ti abbandona pure se lo cacci, gli sputi, gli urli, gli dici cose orrende.

Mi sarebbe piaciuto dirti che mandi troppi sms, ma quanto rompi? Mi sarebbe piaciuto rivelarti che quel soprannome stupido mi lusinga e farti sapere che la tua ragazza mi piace un sacco, mi piace più di te.

Mi sarebbe piaciuto dirti che sei sempre stato speciale e davvero ringraziarti per quella mano che mi hai regalato, ' Sii carino ' e ' F ' che l'ho capito che ci hai pensato, che mi hai pensato, e che sono orgogliosa di te.

Mi sarebbe piaciuto dirti c̷̈ͮͪ͆ͯ̾́hͨͩͩ̒̏ͧ̑e͉̾ͭ̾̍̔̎ ̯̓ͭ̒̐̌͆c̺̗̦̣̠͈͆ͫ̔͝ͅo͓̙͚̯̺͙ͤͭͩ́ͅn̺͂̋͐̊ ̦͛͒l͔̮ͧ̔ͪͨͪ͑ͦ͜ạ̢̥̫̃͌ ̙͎͖̈̓ͭ͛ͫͧͅt̮͛̌͟u͇̠̩̤̲̤̞ͣ͂͆̾͡a͋ͬ̒҉̣̦̬̭͓̱̝ ̨̥͈̠̘̂̑ͫ̐̐̾̓b̢̯a̭͇ͤ̈ͥ̑ͯͥ̚m̢̝̲͔̜͚ͤ̾̎̇̆̚b̙̮̞͖̮̗̭i̪̻ͫ͢n͆́͑̈̐̌̾͏͇ȧ̢̹͉̝̺͂̇͒ ̡͕̜̗̳̥̲c͆̒̆̀ͦ̄̃ĩ̹͐̅͜ ̦̠̗͐hͭͦͦǫ̗̬̙͑͗̆̈́͂ ̻̣̒͆͂͂̎ͨ̅ͅb̪͓̟͊̒̾a͚̺̖͗̀̚l҉̟̮̘̲l͚͕͓̱͈̹̦̒ḁ̸̜̥͔̉̅t̬̳̱̏ͬ̓̏̽͌̕ỏ̀͐ͣ̅ͬ ͥ̅̌͂ͥͣe̙͖̟̜͔̙ͤ͐ͫ́̐̏ ͉̥̖̬̇̓͐̍̋̉ͨc̰̘̺̜͌̃i̠͓̜͈̩͕ ͍̣̪̖̬ͣͫ̿͜ḣͧ̊҉͔̯̗̞̩ͅô͔͚͚̖̺͕ ̦͇͕̇̽ȓ͓͇̺̤͍̹̫̉͞i͋̂̈́ͣ̾ͥ͐͏̘̖̬ŝ͉͍̝̤͕̲̰͌͋̃̈́̍o̬ͫ͑̐̅̕ ̺̠̟̱̫̩ͫͤͬ̌͂͂c̝̏̆ͭh̙̫͓̲͚̺͆͐ͯ͑͡e̤̗̺̪̘̓̇̂̇ ̀̆́҉̤q̶̝̞̯͍͈̼̗ͤu̫̮͖̲̠ͩͦa͇͓̭̙n͔̗͉̙̩ͤ̌̓̋̇͆d̬͇͙́o̿ͣ̆ͬ̆̌̈͏͈̗̤̺̫ͅ m̦̬͖͍͓̂ͦ͑̒ͮͥͅa̡̜͚̺̳̗̩̜̔n̙̖̗̪̟͒͗̉̒ͬͫ͞g̛͓̹͚̰͕̭ͧ̿̑͛͌̉i̬̳̗͇ͣă̖̥̯̣͇̋͂̀͝v͚̠͓̱͊a͍͈̮ ̏̓̃҉̥l͈ͪ͡ė̺̞̣͙̋̊ͧ̎ͅ ͓̜̻ͯͪ̄̉͠p̶̊aͩ̿ͦ́ͭ̾p̧ͦ́̈́ͨ̇͐ͧp̗͍̪͍i̱͇̰̜͔͓ͦ̊̆n̫̜̤̠̽͊͊͡ḙ̴̥̳̘̙ͪͦͦ̂ͤ̚ ̹̳̥̥͓̦s̩p̴̤̤͓̏͒ͣ͐͊ǒ̶͕͉̹ͩr̗͍͍ͩͫ́̚ç͓̍̒ͤ̎à̭̱͕̯v̤̪̬͔̳̲͎͐͐̇̏ͫ̈͑a̟̣ͣͣͤ̓͌ ̵̟͈̜̜̙̤ͤd̢͇̪̗̝̓a͇̦̳̙̯͇͐̋̊ͣ͗̍̉͡p̧̗̩̼p̟̲ȅ̖̮̓͒̑̏̽r̽̃ͨͪt̡̠̱͙̼̥͖ͬ͑u̪ͨ̾́̂͞t̵̹̜̲̰̆͐ͥ̓̂̿̀ť͛͝o͉̱̦̿͢. Che ho pianto anche io quando lei se ne è andata e il mio voleva essere solo un modo di consolarti ma sono stata goffa, sono stata cattiva.


Mi sarebbe piaciuto dirti che non ho mai pensato
di poterti cancellare dalla mia vita
che ti ho sempre amato
ma nel momento sbagliato
nel posto sbagliato
nel modo sbagliato

lunedì 11 marzo 2019

Rebel(s)cum

"Quando la guerra sarà finita organizziamo una festa, sarà grandiosa, ci saranno tutti."

La cameriera sui pattini porta al tavolo una montagna di patatine affogate nel ketchup e hamburger grossi quanto la sua faccia, milkshakes sregolati di cui le ciliegine scompaiono in un battito di ciglia, e poi pancakes ed uova col bacon perchè non è mai troppo tardi per la colazione, cupcake di tutti i colori, hot dog e birre e ali di pollo, fette di torta al cioccolato con le nuvole di panna in cui ficcare le dita. 
La fidanzata, 'Elo', la immagina bionda con una risata da bambina e i boccoli, con la gonna arricciata e una camicetta a nido d'ape. Questa cosa dell'appuntamento a quattro l'ha decisa tutta Hector, li ha praticamente trascinati qui a forza e ora tiene banco con storielle, barzellette, battute da alzare gli occhi al cielo e dargli i calci sotto al tavolo (nessuno gliene risparmia), prese in giro, e lei non si sa come piano piano s'è fatta convincere: una vita normale non l'ha mai voluta ma in tutto questo non c'è nulla di normale.
E va bene così.
Cerca con la mano sul divanetto quella del suo accompagnatore, stringendogliela di nascosto vergognandosi come una ladra. Ogni volta che si gira verso di lui ha una faccia diversa è una persona diversa, ha l'espressione energica e calma di Takeshi che l'ha conquistata con la sua rabbia, è Dannis che dice di non voler stare lì ma è protettivo quando le stringe la mano troppo forte, è Logan e Jacob e perfino Arthur Lowell solo per un istante. E' Jimmy (forse lo è sempre stato). Chiunque sia, lei lo ama da morire in quel momento preciso, ed è felice.
Questo posto, tra due anni o due anni fa, potrebbe essere lo Stay Alive. Il jukebox funziona e spara una canzone di Elvis dopo l'altra mentre dalla porta d'ingresso entrano in parata trionfante tutti i suoi amici, Caleb e Jenny che invece di essere arrabbiata chiacchiera con John e con la sua fidanzata (ma non mi somiglia per niente! lo dice piena di sè), Galen con un braccio attorno alle spalle di Clem, perfino Max Lee e Iris Carter e la vede ancora bellissima e in dolce attesa,

ma Mei e Mark ̗͚ͭ͗̀h̙͚͙̮͟a͍̙̳̪̻͖ͩ̓ͬ͢ṉ̙̯̅ͫn͚̤̹͇̟̒̅ͯ͑ͫ͒͘o̱̻̺͍̙ ͖̻̬̜͕̘̲͊̆g̡͕͇ͬͤi͙͍͓̰̭̤͊à̭͚͛ͥ̄ͭ̽͟ ͖͕̥͊ͥͪ̓̀H̵̺̋o̪̜̣̻̰͊ͮ̍͋͌p̫͐̐̈́̐̓͒͠é̡͎̪̮̺͎ͫͪ ̵͕͚̉͊͌̊c͉̣̯̭͔͔͊͐ͦͯ̓h̙̬͉̼͈ͭ͡e̫̖̤̠ ͬͥͬ҉̗̰͎̮̞ͅr̘̪̲̮͍ͨ̎̌̐̏͘i̮̥̤͖͖̳̦ͦͤ̐́d̩̞ͨ̓͋͆̽̑e̮͓͔̥̣͂͌ͮ̈́ ̥̱c̶̏̑̌̆̑ò͖͋͠m͉̘͍͈̠̬͖̾̈̐̉͋ͬ̕e̟̅̿̑̂ͩ̓͢ ̈̏̌͏͎̰̰̠̰̘̼r̮̖̯̭͊̈́͂ȋ̛͚̲̍ͯ̉ḏ̳̆̾̈́̔ȇ͔͍̳͖̘̟͋ͭ̌̿̔͂͜vͦ̕å̛̺͓͖͕̹͍̅ͣ̇ͥͨ̚ͅ ͉͓̫͇̄̆͛͐ͦͦ̚q̪̻̣̐̿͛͂ṷ̦ͯͨ̐ͥ̚e͎̲̲̬̼͓̹l̮̤̙̀̆̅͑ͦ̅l͓͈̽̅͗̏å̳̲̲̪̚ ͍̙̗̙͓̯ͪ̑̅̃͛ͥͣv̘̪͖̺̺̆̉̑̍̄̓́ŏ̳̼̟̖̯͇̿͠ͅḽ̨̱ͭͧ̋ͯ́͗t͍͆̎a̱͇̜͌͂̆ͥ̍ͤ͟ ̮̤̟̯͔̂̾͛̄̇͠ͅȁ͚͇̃l̆̄̏̌̾l̲͕̯̦̤͈̳̉ͪ̈́ͣͬͯő͏͉̗̮ ͉͕͓̃̈́̍̚S̞̱͌̉ͦ̑ͧͅh̪̰̻͓͒̄ͣͬ͆ͬ͞ĕ̦͕̌ͪ̓l̨̝̊̇̈ͬͮ̚t͕͉̞̬͚̝̑̀ͅe̒̏̊̚rͥ̌͡,

e poi Rhysand con suo fratello Robert, Brendan, gli amici vecchi e nuovi, Duke, Silene che le ha portato il cibo quando crepavano di fame, Tommy che gioca come se nulla fosse con Randy e con Jane che parla ancora, Martin...!
Ha organizzato tutto Hector e potrebbe essere lo Stay Alive e potrebbe essere lo Shelter e si sente come a casa, sicuramente è la festa più bella di sempre.

Non è riuscita a convincerlo a non diventare un vigilante, non è riuscita a convincerlo a non chiamarla in quella maniera stupida, Sensei, non è riuscita nemmeno a convincerlo a non scriverle una battuta idiota su una delle sue magliette preferite, facendo diventare Rebel Scum una battuta lurida, ma che fa ridere anche lei.
Hector è proprio stupido, vorrebbe tirargli un pugno e dargli un bacio. 
Non è riuscita a convincerlo di niente, e alla fine 

Non è riuscita a salvarlo.

sabato 9 marzo 2019

atto di fede

Il proiettile centra ed abbatte una lattina dopo l'altra quando è Thomas ad impugnare la pistola ed Iphigenia non può che asssistere ed accettare che è un ragazzino di nove anni il pistolero più abile che abbia mai conosciuto, ma rimane in silenzio. Rimane in silenzio quando lui la chiama, le chiede se c'è qualcosa che non vada, se ha sbagliato qualcosa.
Iphigenia ha visto le lattine allineate sulla staccionata di quel campo abbandonato abbattute l'una dopo l'altra ed ha dovuto accettare di aver dato un'arma in mano ad un bambino e dirgli spara, spara che c'è la guerra, spara o ti uccideranno, e accettarlo come un atto di fede.