venerdì 29 maggio 2020

La sedia pt.3

La lama che Falcon tiene premuta contro il tuo orecchio deve avere un qualche malfunzionamento, senti il calore del laser sulla carne, sfrigola contro i capelli, fa evaporare le lacrime del pianto disperato che non riesci a controllare.
Ti hanno affamata e ti hanno picchiata fino a farti svenire ma non è mai durato abbastanza.  E poi il resto. L’acqua, le bruciature, il laser, i tagli. Hai sopportato tutto, e sei ridotta al fantasma di te stessa. Urla perché devi mantenere un barlume di sanità mentale, urla fino a perdere la voce così non rischierai di parlare e dire qualcosa che non devi dire per nulla al mondo.
Lo senti che ti manca poco, per questo non devi perdere di vista l’obiettivo nemmeno per un istante. Porta pazienza. Le manette sono strette attorno ai polsi e ti hanno rubato tutto ma la corda, sfregandosi sul chiodo sporgente della sedia su cui l’hanno costretta a sedere per troppo tempo, si sta poco a poco consumando.
Questo ti fa rimanere viva più della febbre che brucia.
La lama di Falcon ha un malfunzionamento, la senti imprecare, ti insulta ancora. Manca poco, pochissimo. Quando fa per darti un calcio, tutto il lavoro che hai fatto fino ad ora potrebbe essere mandato in fumo se ti colpisse, perché lo scoprirebbe, ma ogni tanto alle persone buone succedono cose belle, deve essere il karma o il fatto che è parzialmente azzoppata perché i tuoi amici l’hanno conciata per le feste, ma non ti colpisce, non ti sfiora nemmeno.
Cade.
Cade nel momento in cui tu sei libera.
E allora non puoi permetterti di perdere nemmeno un istante, con le tue ultime forze balzi in piedi, lei non crede ai suoi occhi e deve essere quello il momento in cui colpirla, un calcio, e ancora un altro, sui denti e sul naso sotto il passamontagna, con le ultime forze che ti sono rimaste. Non conta che hai un piede che sanguina ancora, le ossa rotte, un proiettile ancora incastrato tra le costole che ha fatto infettare la ferita, non conta niente se non tutta la libertà a cui puoi anelare e solo una cosa conta, solo una parola.
Combatti.
Potresti iniziare a fuggire ma continui a colpire e a colpire, quelle maledette manette ti hanno rubato dei tuoi poteri ma con la violenza ci sei nata, ce l’hai sempre avuta nel sangue ed è quello che ribolle, ora. Quando non si muove più, quando davvero sei sicura che non si rialzerà, non pensi ad altro che ad uscire, prendere la sua preziosa pistola e correre fuori da lì, non importa su quanti cadaveri ti dovrai fare strada, quanti ne dovrai calpestare.
Vedere la luce del sole non è una scusa per fermarsi, per smettere di correre. Il mantello ti sbatte sulla schiena. Più veloce, più veloce. Dietro di te l’odore di polvere da sparo, ti fischiano i proiettili addosso, stanno per raggiungerti - ma qualcuno risponde al fuoco. E’ il rombo di una moto, e altre come loro, perché alla fine, come nelle sue fantasie più sfrenate e selvagge, sono venuti a salvarla: appena in tempo. Erlking, Redback, Khymeya, ci sono tutti. Retribution, Hyena, Madame Samedi. Ratel, Narcis, Stray. Piangi di gioia, ridi, ti sbracci. Sono qui, sono qui.
Puoi finalmente lasciarti andare. 
Puoi finalmente chiudere gli occhi.

Hai detto a Nameless che non ti senti più te stessa, ultimamente.
Che ti perdi le cose, i nomi, le facce.
Che hai paura che presto non sarai più all’altezza.
Lui te lo ha detto, che è normale quando sei costretta a condividere il corpo, la mente e il cuore con una creatura millenaria che scalpita per avere il controllo su di te, per uscire, per dare le battaglie che crede che tu sia troppo debole per iniziare. Te lo ha detto, che è normale quando hai vissuto la vita che hai vissuto. Hai ventidue anni, ma si contano come gli anni dei cani, e ti fa ridere, ma quando se ne va rimani con i dubbi di prima.
Non glielo hai detto, che non credi sia tutto a causa della Sua presenza. Della Regina.
Perché quella voce che ti dice di combattere non si è mai spenta, Lei ti ha rubato i poteri e i tuoi ricordi ma con la violenza ci sei nata, ce l’hai sempre avuta nel sangue, e ora è il sangue a ribollirti nelle vene.
Lo vedi come ti guardano, cosa si aspettano da te e non puoi deluderli, non puoi permetterti di perdere nemmeno un istante e con le tue ultime forze ti alzi in piedi e fai quello che deve essere fatto, ogni giorno, non importa la stanchezza, le ossa rotte, la febbre che brucia e che non si asciuga mai.
Devi essere all'altezza.
Ti ho vista parlare, lì in mezzo. Sei brava a farlo. TI viene naturale.
Continui a farlo, allora, a parlare. Ad organizzare le persone, quelli come te, che hanno il sangue che ribolle nelle vene e la voce nella testa che gli dice combatti. Anche se ti abbandonano e ti lasciano, tu non smetti mai. Anche se sei stanca e vorresti solo chiudere gli occhi, tu non smetti mai. Anche se non ti senti più te stessa, ultimamente, tu non smetti mai.
Lo sai, da qualche parte, che sei rimasta lì.
Che tu quella sedia non l’hai mai lasciata.
Ma non smetti mai.

La pioggia mi ricorda te.

domenica 24 maggio 2020

Do I wanna know

Ha attaccato degli stupidi palloncini rossi alla parete come se fosse la festa di compleanno di un bambino di sette anni, ha preparato perfino dei tramezzini che non mangerà nessuno e le patatine nelle ciotole ma continuano a riempirsi la gola di birra ed alcool scadente mentre si strofinano sempre più vicini - troppo vicini- mettendosi le mani addosso come farebbero due adolescenti in calore.
Lei lo cerca, quel calore elettrico che sente ogni volta che lui la tocca. La fa sentire ancora viva, non ha mai fatto una battuta sulla necrofilia, Tobey, evita l’argomento come se fosse la peste, quando solo lo sfiorano hanno già iniziato ad urlarsi addosso le cose peggiori - non sono poi molto diversi, lei gli ha dato uno schiaffo e lui la guarda con occhi diversi, guardami le dice mentre la prende per le spalle va tutto bene, ma ora devi calmarti.
Le urla contro quando la accusa che di Jay non le importa niente, a lei, quella delle notti insonni, delle cacce estenuanti, della lotta continua. Per Jay e solo per Jay. Nessuno sarà mai come lui ma non può fare a meno di vederlo che sono un po’ simili, e di addolcirsi almeno un poco, e di credergli, perché gli importa davvero.
Dovresti mettere un po’ a posto, non si cammina in questo cazzo di casino e non fa in tempo a dirlo che ha già calciato l’ennesima lattina vuota e mezza schiacciata di birra scolata. Non c’è venuto nessuno qui probabilmente. Solo Tobey e i suoi fantasmi, e allora si fa un po’ più vicina, e lui le dice non farò mai nulla che possa metterti in pericolo e lei non capisce, e gli chiede se vuole venire in campeggio con lei, e gli crede, e si fida.

T   obs&Effie
To   bs&Effie
Tob   s&Effie
Tobs   &Effie
Tobs&   Effie
Tobs&E   ffie
Tobs&Ef   fie
Tobs&Eff   ie
Tobs&Effi   e

Ti saresti dovuta cucire quella maschera addosso.



mercoledì 1 aprile 2020

La reine est morte


Nunc est bibendum, nunc pede libero
pulsanda tellus, nunc Saliaribus
ornare pulvinar deorum
tempus erat dapibus, sodales.


[...]


deliberata morte ferocior:
saeuis Liburnis scilicet invidens
privata deduci superbo,
non humilis mulier, triumpho.


mercoledì 22 gennaio 2020

La fata

“Il desiderio che fai nascere negli uomini è così forte 
che tutti finiscono per tentare di ucciderti, o uccidere per te."

James tira fuori di nuovo il peggio di lei mentre la base sopporta in silenzio l’ennesima scenata fatta di strilli, piatti tirati, minacce e uscite di scena fin troppo teatrali per essere definitive, che si protrae per giorni e giorni allungando il brodo ogni volta che si guardano in cagnesco per i corridoi o bisticciano per cose da nulla salvo poi andare d’amore e d’accordo. Non sembrano le bestie che sono, tali e quali agli assassini e mostri che dipingono ma due adolescenti qualsiasi impauriti dalla vita e forse questo la spaventa, ma si dice lo stesso che è quello che si merita.
Si ripete che se lo merita quando con scrupolosità solenne si occupa di Jorg come se fosse un rito, prima lo sveste della tuta insanguinata. Seghetto, martello, scalpello. L’odore è già pungente. Le gambe e le braccia, quindi i denti, tutto il sangue. La maschera la tiene: quella se la merita. Cancella ogni impronta e ogni traccia di chi chiunque sia mai stato, un artista il suo ragazzo o un cacciatore di maschere, per questo avrebbe dovuto penzolare, lo ripete a Chloe tentando di nascondere il rimorso bruciante, dovremmo appenderlo con un cartello: Questa è arte? E lasciarlo per i corvi e che sia d’esempio, ma le manca il cuore. Lo deve trovare per fare tutto il resto, per questo anche se è un lavoro che si fa in due vuole farlo da sola, deve farlo da sola, anche se per una persona sola la porta dell’inceneritore non è mai stata così pesante.
Si ripete che se lo merita quando trattiene le lacrime e nasconde le scatole dei test di gravidanza che ripete a ritmo isterico giusto per essere sicura, dimenticandosi ogni volta il risultato come ci si dimentica di aver chiuso la macchina il gas la porta di casa. Si ripete che se lo merita quando va elemosinare quando va ad elemosinare alla porta di Mark con gli occhi strafatti di pillole e con ancora appiccicato ai vestiti l'odore di varichina che ha usato per lavare tutto quel sangue, per nascondere tutte le tracce, ma lo sente solo lei mentre da lui accetta che le dica il peggio che le faccia il peggio, perchè è esattamente quello che si merita.
Se lo ripete anche quando Jorg ArGeist prende in mano la canna della pistola e l’aiuta a fare qualcosa che lei non crede di aver il coraggio di fare, che non ha avuto il coraggio di fare con Aharon, sputa sangue e sa che gli manca poco ma riesce a dirle io ti ho odiata e l'odio se lo meritava anche quando erano seduti in un caffè e non riusciva a guardare niente altro che lei mentre sfogliava i suoi disegni, se lo meritava mentre puliva nel bagno il sangue e il cervello spappolato tra i capelli dopo l’ennesima lotta con Rage, se lo meritava anche quando cercava di scappare dal freddo tra le sue braccia e non riusciva a pensare ad altro che a dichiarare una guerra persa in partenza.
È quello che mi merito, si ripete quando il rumore dello sparo viene coperto solo per un istante dal gracchiare offeso dei corvi.

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alle streghe
la strega sei tu.

C’è chi ti esalta, chi ti adula
c’è chi ti espone anche in vetrina
si dice amore, però no
chiamarlo amore non si può

venerdì 6 dicembre 2019

La reine est morte, vive la reine!

Il piatto si infrange contro la credenza alla destra della testa del Mistico Dannis mentre lei continua ad urlargli, urlargli e urlargli ancora che è un bugiardo, un traditore, che non gli importa nulla. Non capisce quello che lui le sta dicendo, sbraitando, è livido in faccia e arrabbiato così non l'ha mai visto mostroputtanastrega! arriva e quando la prende per le spalle lei gli da uno schiaffo e lo spintona forte per allontanarlo e non le basta quindi gli tempesta il petto di pugni, quando si va a chiudere furiosa nello sgabuzzino, lui prima fa il matto da i calci alla porta e sbatte i pugni, poi si fa piccolo piccolo e implora, esci fuori Effie, non sono arrabbiato, aprimi, apri questa porta avanti, facciamo pace. Lo sente sospirare, sente lo scricchiolio della fronte che si appoggia sulla porta, forse si è arreso.
Poi ricomincia.

"Esci subito da lì o questa porta di merda la sfondo. "
"Hai capito? "
"Non abbiamo ancora finito di parlare. Non fare la bambina. "
"Non puoi chiuderti lì dentro per sempre, dovrai uscire prima o poi. "


Non è come dovrebbe andare e si copre gli occhi, si tira i capelli, si tappa le orecchie quando sente urlato il suo nome mille volte, forte sempre più forte, e la porta viene scossa e sbattuta mille volte, forte sempre più forte, fino a che non piomba un silenzio di tomba. 
Più tardi, sconvolta dai baci e dalle lacrime, gli passa le mani tra i ricci e gli giura che no, non lo lascerà mai. Il Mistico Aharon le risponde comprensivo e ridendo, non è mai stato così buono perchè il loro amore può tutto, il loro amore è come un dio, il loro amore è il satellite che ha sterminato i dinosauri. Il loro amore E' Dio. 


"Staremo sempre insieme, non mi lascerai mai più come hai fatto. Ho dato un pugno al muro!"
"Io soffrivo e tu mi hai abbandonato. Guarda cosa mi hai fatto fare!"
"E dove tu scapperai, io ti troverò."
"Perchè sei morta."

Quando si accorge che quello è un abbraccio rigido come un cadavere e rialza lo sguardo per guardare negli occhi il suo aguzzino, vede denti aguzzi e fauci da sciacallo, occhi gialli da predatore che la fissano e una risata sguaiata, volgare, mentre le urla che la trascinerà all'inferno con lui e ce la terrà vicino, Khert-Neter mantiene sempre le sue promesse, non c'è nessuno per salvarla, le strapperà il cuore palpitante dal petto. La giudicherà pesando un cuore e una piuma e lei no, non ha vissuto con la leggerezza di una piuma.



"Bambina mia. Svegliati."

C'è qualcosa di inquietante nella regina, e non sono le zampe da ragno nè la corona d'osso, nè la spada sporca di sangue dei suoi nemici. Non è il suo sguardo, nè il modo in cui parla.

"Mi riconosci?"

Non c'è bisogno che parli. Non si è mai sentita così compresa, e così al sicuro come ora. Non c'è alcuno, nell'universo, che sia stato mai simile a lei come lo è ora la Regina.
I am thou, and thou art I.

"Riconosci quello che ti hanno fatto?"

Non c'è prima e non c'è dopo, e non c'è modo di andare avanti nè di andare indietro. E' prigioniera. E quando torna a guardare gli occhi della regina, capisce. 
Cosa è successo.
E cosa deve fare.
I am thou, and thou art I.

" Le regine muoiono, il loro sangue viene versato, ma le loro anime indomite permettono loro di sopravvivere all'assalto degli eoni. La morte non ha spezzato la tua corona, Iphigenia Clark, la morte non è l'ultimo capitolo della tua storia. Ed ivi noi decidiamo che la parola fine venga cancellata dal tuo libro della vita: Sorgi, mia bambina, sorgi per combattere come Boudicca, sorgi per comandare come Elisabetta, sorgi per amare come Cleopatra, perché così abbiamo parlato. "

Con un bacio sulle labbra la Regina sugella il patto.

  I AM thou, and thou art I.

lunedì 2 dicembre 2019

La sedia pt.2

" Non ti lascerò mai più tutta sola, in quel posto buio. "

Quando la vengono a trascinare via dalla sedia, capisce che sta per succedere qualcosa di brutto e lotta come può, scalcia e urla come un animale selvatico, Philip ha ordinato ai suoi di non toccarla in faccia ma quando lui non c'è lo fanno comunque e lei fa quello che sa fare meglio, morde - robbed of all other options, go feral- morde forte fino a sentire il sapore del sangue e della carne e non importa se si prende uno sganassone, poi in faccia non la toccano più.
Non trattiene nulla, nemmeno un solo urlo quando le spaccano le costole a calci e pugni e coi bastoni, prega e piange quando le rovesciano l'acqua nei polmoni, guarda Philip dritto in faccia e prima gliene dice di tutti i colori e poi implora, ma lui ha gli occhi gelidi e ordina solo 'ancora', seiuncaneuninfamegoditiquellochemistaifacendotelelafaremo pagare 'ancora fino a che non ci dice quello che vogliamo sapere.'

"I nomi dei tuoi compagni."

Ti potrei parlare dei miei compagni (se non sai il vero nome di qualcosa non hai alcun potere su di essa), brutto schifoso, ti verranno a prendere e ti faranno una festa che non scorderai misalveranno, sono tanti e sono più di voi, sono pronti a combattere ancora e ancora e ancora vipregosalvatemi e a vincere questa guerra, se credi di avere la vittoria in pugno perchè ne hai presa una - non è la risposta che voleva sentire. Non è Philip Rogers a spegnerle una sigaretta sul braccio è uno dei suoi scagnozzi, ma oramai lei vede solo lui nel volto di tutti i suoi nemici aguzzini, al posto di quei passamontagna tutti uguali che ha imparato a disprezzare così tanto.
Altrove, all'inizio solo con la coda dell'occhio con la visione periferica, poi quando si distrae, quando passa troppo tempo a fissare la fioca luce al neon che è il suo giorno e alla sua notte, legata alla sedia o appesa al soffitto, vede altri. Vede tutti gli altri. Vede Calcipher Austin e Khimeya Chloe abbracciati su una sedia troppo grande per uno solo, si confidano i segreti dei ragazzi, piangono per lei? Vede Bvrnout Steffen (sei troppo carina per fare il vigilante per morire) e le sue ridicole missioni sotto copertura. Vede Narcis Iago e il suo amore (lasciami morire per primo o morirò due volte). Vede Warden Hector che canta perchè non si dimentichi di lui. Vede Retribution Martin a cui offre una sigaretta sulle barricate (once a soldier, always a soldier).
Vede Elisyium Ross suo padre, che la veste di tutti i suoi gadget come se fosse una sposa, che le insegna come si mette la sicura e più importante, come si toglie.
Potrei parlarti di loro.
Ma non capiresti.

"Qual è il vostro piano."

" Devi capire, Iphigenia, non ha senso che i Night Soldier si scaglino tanto con la Human Brotherhood. "
Questo lo dice spaparanzato tranquillo con le gambe sul tavolo e non l'ha mai odiato più di adesso, non l'ha mai visto così cattivo, crudele, spregevole. Glielo urla in faccia fino a sgolarsi fino a che il colpo di una mazza da baseball non la colpisce alla bocca dello stomaco, di nuovo, e rimane a biascicare che non capisce nulla, (una che di storie ne potrebbe raccontare dal ringraziamento fino a Pasqua!) non sa nulla, e gli legge il gelo negli occhi quando le risponde.
Randy (Se non la ricordi significa che non era importante)le chiede se piangerebbe, se morisse; si tirerebbe una sega, a vederla piangere per lui... 
"No, sei tu che non capisci. "
Quando le viene vicino non riesce a fare a meno di tremare come una foglia come una piscialletto (non sono una piscialletto Logan, tu hai un cuore grande ed è sempre aperto, perchè non sei un mostro, ma lo spazio non è infinito: le persone ci entrano, le persone ci escono), gli ha chiesto di morire in piedi ma le cedono le gambe ma non perde la voglia di scannarlo come una bestia e piano piano i suoi uggiolii ritornano latrati di sfida, rabbiosi ringhianti e sbavanti (sei la mia Musa...), perchè la prima cosa che ha perso è stata la dignità. Dannis la giudica ed è scuro e cattivo mostroputtanastrega, ho bisogno di te, tu mi capisci.
"Sei una ragazzina più coraggiosa di quanto potessi immaginare e te ne do atto. Ma hai fatto degli errori e non solo strategici e per questo sei qui, e da qui non uscirai viva. I Night Soldier non sarebbero mai dovuti essere nostri nemici: in fondo, noi siamo patrioti. Prendi Red Face (quando indossi questa maschera, novellino, tu sei la giustizia e loro devono saperlo), per esempio. No, non pretendo che tu sappia chi sia..."
Non lo sente più. Vede solo Duke, che non la bacia prima che il mondo finisca lo hai ucciso tu brutto figlio di puttana! Lo hai ucciso me lo hai ammazzato! ma che è ancora lì per tendere la mano mi fai l'onore di questo ballo? Sta urlando, scalciando, facendo l'animale come meglio può e ne pagherà lo scotto con altre botte. Forse sta tentando di farsi uccidere qui ed ora. Devi solo avere fede le dice Hyena Jedediah che la guarda con l'orbita vuota. Forse per farlo smettere di parlare. Per far smettere tutto questo.
Non fede. Coraggio.

"Chi è il leader dei Night Soldier."

Chiede in pegno un bacio a John Blackwood e lui le posa le labbra sulla guancia. 
Vede lo sguardo deluso di Mark Willson (nella sua vita sei sempre stata presente, ma come un fantasma) tutte le volte che gli ha spezzato il cuore, lui lo sa chi è lei, lo ha sempre saputo. Vede lo sguardo di Galen che si tormenta e spera davvero che ora sia forte, che sia forte anche per lei be brave SALVAMI! be brave perchè quando lui scompare, appare James.
E' stanca di sentire le carognate di Philip Rogers ancora più delle botte e delle angherie e appena vede qualsiasi di loro inizia ad urlare fino a sgolarsi, fino a svuotarsi i polmoni, fino a che non viene di nuovo lasciata sola con i suoi preziosi fantasmi. 
Il senno lo perde presto, prima di quanto immaginasse.
Lo perde sgolandosi in una risata e in un pianto disperato, urlandogli che sono io, sono io il leader dei Night Soldier! Non esiste nessun complotto, nessun inganno, nessun trucchetto, ce l'hai davanti!
La risposta non gli piace.
" Dopo tutto questo, ancora mi prendi in giro, Iphigenia? "
Lei ricomincia a piangere e implora una pallottola tra gli occhi mentre il fantasma di James svanisce prima che lei gli abbia potuto dichiarare per l'infinitesima volta (troppo tardi, troppo tardi, 'idem') tutto il suo amore. 
" L'hai voluto tu, Iphigenia. Mi costringi. "
Svaniscono tutti gli altri. Rimane Philip Rogers. E lei, tutta sola, sulla sua sedia. (basta ed avanza, è grande- come un letto - come un abito succinto - come una squadra.)
" Andate a prendere l'acqua. "
Chrome le ha detto che la vorrebbe in squadra. Chrome le ha detto che si fida di lei. Chrome le ha detto che ha agito con coscienza, e con pietà. Chrome le  ha detto che è orgoglioso. Chrome le ha detto che potrà sempre contare su di lui. 
Chrome le ha detto che mai e poi mai la lascerà, tutta sola, in quel posto buio in cui annega.



"Bambina mia."
"Svegliati."

giovedì 28 novembre 2019

Derry, Maine, 2021

Ben è stato vessato dai bulli per la maggior parte delle scuole medie inferiori e puoi dirti che è perchè accende le candele con la forza del pensiero, perchè è bravo in letteratura e gli piace la poesia o perchè viene chiamato Cicciobomba dalla prima elementare, ma la verità è che Derry non è Washington e non è nemmeno Portland, da Derry la gente prova ad andarsene appena fatti i diciotto anni a meno che non ti sia 'cacciata nei guai con un qualche ragazzetto'.
Nonostante conosca il tormento da tutta una vita, Ben fa ridere Iphigenia che ha quattordici anni e che a scuola già non ci va più - le hanno detto che col lavoro di Dominic sarebbe difficile, dovrebbe cambiare di continuo e sarebbe sempre la nuova arrivata, ma la verità è che dai genitori quando pensavano che stesse dormendo ha sentito che anche se i dottori hanno detto che non ha nullla che non vada lei è una bambina lenta che non fa progressi e sarebbe davvero un patimento per tutti.
Più di tutto, scopre Iphigenia in un prato pieno di fiori di campo rosso di papaveri all'inizio dell'estate, con le scuole che non sono ancora finite, Ben bacia davvero bene.

Quando torna a casa ha un sorriso stampato sulle guance rossissime ed è il sorriso di chi non vuole mantenere a lungo il suo segreto, sa già tutte le parole. Alle sorelle non interessa lei punta il giardino sul retro dove sua madre coltiva le ortensie; sua madre odia Derry ma lavorare a quella siepe ogni mattina la fa cantare contenta. Derry è una cosa di Dominic, e come tutte le cose di Dominic lei la sopporta a malapena, Candance e Britney sono grandi e vanno in vacanza coi loro amici e Rebecca è sempre rimasta a Washington con le sue, ma stavolta li ha seguiti fino alla casa dove Dominic è cresciuto, coi nonni e Philip e un cane vecchio come il mondo che quando arriva il postino riesce solo ad abbaiare un latrato di avvertimento, 'Argo si chiama', spiega papà ridendo 'come il cane di Ulisse, lo aspetta fedele a casa per venti anni'.
Ma nel giardino sul retro la madre non c'è e quando la chiama non risponde, le viene l'idea di cercarla nel capanno degli attrezzi e le sembra una buona idea, starà riponendo le cesoie o scegliendo i semi migliori.
"Mamma...?"
Il capanno degli attrezzi è buio e deve scendere qualche gradino come nei film dell'orrore, toccando a tentoni la parete per non cadere; una volta ha visto un'ombra che si muoveva, in una sera d'estate in cui il temporale aveva portato presto il buio, e da allora ha preferito non entrarci a meno che non fosse proprio necessario. Il motivo se l'è scordato ma è rimasto quel sottile senso d'inquietudine che 
mamma arriva subito amore
si concretizza in un brivido gelido quando sente un'altra voce a fare da controcanto a quella di sua madre, arrabbiata come non l'ha mai sentita da quando ha iniziato prendere vino e Xanax tutte le sere.
" Me lo avevi promesso. "
" E' mio marito, non è che abbia qualche scelta, ma tu cosa pretendi?!"
Mentre Iphigenia scende quieta ma più temeraria di cui non sia mai stata i gradini, riesce a sbirciare le sagome di sua madre e Philip vicini, terribilmente vicini. Philip Rogers (l'uomo che in futuro la ucciderà) le prende i polsi e la bacia con passione, e lei ricambia, e Iphigenia prova solo un enorme disgusto. Quando Ben le ha descritto una scena dell'Amante di Lady Chatterly - a quei tempi tutto sembrava così scandaloso, le ha detto, che solo una scena di bacio poteva essere considerata decisamente erotica, e pensa a Madame Bovary...- lei aveva riso ma ora non c'è niente da ridere, niente di divertente, ma continua a guardare con occhi offesi fino a che qualcosa, forse la porta che sbatte, forse un cambiamento nell'aria, forse la rabbia e il rancore non li fa voltare entrambi, sconvolti dai baci e la colpevolezza negli occhi e nel cuore, impotenti mentre lei fugge con la suola di gomma delle scarpe da tennis che scricchiola sul legno lucido delle scale.

" Guarda che l'ho visto. "
Anche solo l'allusione ha il potere di far sobbalzare Iphigenia che era impegnatissima a guardarsi i lacci slacciati delle scarpe sulla panchina a dondolo sul patio; Dominic Clark sa di sigarette e di dopobarba ma anche di buono e ha un sorriso complice e molto più giovane dei suoi cinquantanni quando, abbandonandosi accanto a lei, indossa la camicia pure a giugno ma i jeans scoloriti come un ragazzino. 
" Col padre di Ben Turner ci avevo costruito una diga a dodici anni, al fiume. Un vero club dei perdenti... "
Iphigenia lo guarda come fosse la prima volta che lo vede.
" E' un bravo ragazzino. Sembra un bravo ragazzino."
" Non sei arrabbiato? "
" Iphigenia... "
I padri si arrabbiano per queste cose, mettono il muso, battono i piedi, fanno i bambini. I padri possiedono le figlie fino all'altare e per sempre, ma Dominic Clark non è un padre come gli altri, è un bugiardo e un ladro e un politico pieno d'odio e nessuno sa che ha un figlio segreto che piangerà sulla sua bara vuota, ma è un buon padre.
" Sarai sempre la mia bambina. "

'Ho scelto io il tuo nome', confessa l'ennesimo segreto 'tua madre ha scelto per Candace e Britney e sono nomi americani come sono americane loro ma io ho scelto il tuo ed è per questo che ti chiama sempre Ginny, ma tu sei Iphigenia, la figlia prediletta di un re guerriero greco, così amata che gli dei la pretendono in sacrificio per concedergli la vittoria in guerra, la mia preziosa Iphigenia'.