venerdì 20 aprile 2018



Stay low Go fast
Kill first Die last
One shot One kill
No luck All skill

sabato 7 aprile 2018

Punching in a Dream


Le parole che vanno bene a centomila persone non vanno bene ad una.
Si agita, si sbraccia, piange, gli urla in faccia e non ottiene niente; Lich non cambia mai espressione, è una maschera e le maschere non mostrano mai un cenno di debolezza. Per quanto possa provarci, per quanto possa lottare, ogni suo colpo non arriva forte come vorrebbe.
Non gli arriva niente.
Fa una figura patetica quando gli chiede se può rimanere. 

Sembra insolente il modo in cui si riavvia i capelli rialzandosi mezza nuda dal corpo della Fenice a terra, e vuole addosso tutti gli occhi che ieri sarebbero stati sgraditi. Mentre sgattaiola mezza nuda tra la folla, fuggendo allo sguardo attento e sempre vigile della Super Human Control Force e di tutte le forze dell’ordine, sorride con una soddisfazione infantile e vanitosa, tutta da femmina. Si sente ancora le braci sulla pelle e quello che è successo ha tutto l’odore di una vittoria sfacciata. Mentre fugge qualcuno le mette una giacca sulle spalle, lei elargisce sorrisi come se avesse addosso il vestito del ballo delle debuttanti, strizza l’occhiolino, sbatte le ciglia e mette su la migliore aria da smorfiosa che ha potuto allestire nell’ultimo anno.
Mentre sgattaiola felice di nascosto all’interno del tugurio che James Ross chiama casa, sorride con una soddisfazione spudorata e indecente da canaglia e si dimentica di tutto quello che non debba festeggiare. La vittoria le fa dimenticare, per qualche istante, l’espressione sdegnata di Dreameater che si allontana, turbata, forse le volta le spalle e non capisce se ha sbagliato qualcosa. Le fa dimenticare la durezza adamantina di Lich, ‘fa come credi’. Le fa dimenticare che alla base ci sono due persone in meno. Le fa dimenticare l’occhiata da cane bastonato di William Duvall che le chiede se lo odia, che le dice che dovrebbe odiarlo. 
Odiare William Duvall è come dare i pugni in un sogno, ti sbracci, ti agiti e non ottieni niente, cercare di salvarlo è lo stesso.

Può dimenticare ma solo per poco; i suoi occhi non li può asciugare in una notte sola perchè sono umidi di tutte le lacrime versate e trattenute a denti stretti, di tutte le notti insonni, di tutte le battaglie, le occasioni, le cause perse, e bruciano di una febbre che non passa mai, non passa mai.




Le parole che vanno bene a centomila persone non vanno bene a Galen Grace.