lunedì 19 novembre 2018

in tempo di guerra

Iphigenia è abituata a docce gelide, a spezzare il pane quando non ce n'è, a fare di ogni buco una tana confortevole; a parlare molto per coprire il silenzio e a cantare per coprire il suono delle pallottole e dei mortai. Non le resta nulla addosso perchè il corpo guarisce ogni volta e forse anche il cuore, piano piano, ha saputo imparare. Sembra essere anestetizzata al dolore e non aver paura di niente e ci si può chiedere se in realtà non sia una smidollata, perchè se è facile farsi amare da lei, è difficile lasciare un segno, dicono.


La lezione più importante che tu possa imparare nella vita, una lezione spesso dolorosa e che arriva sempre troppo tardi, è che per quanto tu ti possa impegnare in quello che fai

per quanto tu possa sforzarti
per quanto tu possa aver lavorato
per quanto tu possa volerlo, e con tutte le tue forze
per quanto tu possa pregare
per quanto tu possa essere bravo, il più bravo, il migliore
per quanto tu possa averne bisogno
per quanto tu possa esserti massacrato di fatica, impegno, dedizione
per quanto tu possa aver amato tanto

puoi sempre
fallire


Iphigenia ha imparato ad amare le docce gelide e i morsi della fame. Quelli come lei hanno fatto della guerra la propria casa e tutte le cicatrici, e tutti i segni, li custodisce con cura, come se fossero tesori.